Bianconeri alla deriva
Tre partite di Campionato e la Juve si ritrova
sul fondo della classifica con un solo punto realizzato. Dopo la gara persa in
casa con l’Empoli, perde, infatti, anche a Napoli benché sia andata a rete per
prima e nonostante un catenaccio esasperato che fortunatamente è raro ormai
vedere sui campi di calcio. Szczęsny si fa ancora goal da solo e Kean decreta
l’ennesima disfatta bianconera con un colpo di testa nella propria porta che
diventa un assist per Koulibaly. Che ci faceva Kean davanti al portiere?
Chiedere ad Allegri che lo mette in campo solo negli ultimi minuti per far
riposare Morata, e non – come avrebbe dovuto – già all’inizio del secondo tempo
accanto all’attaccante spagnolo, nel tentativo di vincere la partita. Si dirà
che i tanti assenti giustificano sia la sconfitta sia l’impiego del catenaccio,
ma a Torino contro l’Empoli – ieri sconfitto in casa dalla neopromossa Venezia –
con quasi tutta la rosa a disposizione si è visto più o meno la stessa cosa:
una squadra che gioca tutta nella propria metà campo cercando solo rare
ripartenze e che difficilmente tira in porta. Col Napoli, goal di Morata a
parte, neanche un tiro nello specchio della porta avversaria!
Scarsa preparazione e mancanza di
organizzazione in campo
Cercare
le cause della deriva bianconera è sin troppo facile. La squadra è a corto di
preparazione e dopo un’ora di gioco sembra non averne più. Poche e stentate
anche le partite disputate prima dell’inizio del Campionato. Non si vede un
modulo preciso e se ne tentano diversi improbabili: Danilo terzino oppure
davanti alla difesa, Mckennie una volta mediano un’altra trequartista(!),
Cuadrado ora esterno basso ora esterno alto, ora tutti e due nella stessa
partita, Kulusevski
ora punta centrale ora sulla fascia, Dybala ora centravanti ora centrocampista
e così via… La confusione sul campo regna sovrana, e questo è abbastanza
comprensibile tenendo anche conto che la squadra in tre anni è passata da
Allegri a Sarri, da Sarri a Pirlo e da Pirlo nuovamente ad Allegri. Aggiungi
ora la partenza di Ronaldo che con i suoi goal nascondeva le tante lacune. Unica
certezza la difesa (con Bonucci e Chiellini), ma anche questa schierata una
volta a tre e una a quattro persino nell’ambito della stessa partita, ma quando
il portiere si fa goal da solo non c’è catenaccio che tenga!
I sei errori della società
La
Juve sembra anche scontare gli errori societari: 1) Aver acquistato un grande
campione come Ronaldo poco preoccupandosi della qualità del centrocampo 2) Aver
licenziato Sarri vincitore dello scudetto al suo primo anno di contratto 3)
Aver affidato la squadra a Pirlo che non aveva mai allenato 4) Aver esonerato
Pirlo che ha comunque vinto un trofeo e conquistato l’accesso alla Champions 5)
Non aver ingaggiato un portiere come Donnarumma, a parametro zero e con uno
stipendio inferiore a quello che la società si accinge ora ad offrire a Dybala
6) Aver richiamato Allegri con un contratto di ben quattro anni, sulla base dei
risultati raggiunti in passato, in particolare quei 5 scudetti vinti quando per
la Juve non c’erano praticamente avversari, soprattutto per la decadenza delle
milanesi. Se si voleva rinnovare davvero, bisognava farlo cominciando
dall’allenatore e non semplicemente ricorrendo al passato. E intanto
questa notte si gioca la prima di Champions. La Juve di Campionato non avrebbe
scampo neppure con gli svedesi del Malmö, ma si
spera di vedere un’altra squadra e finalmente un segno di ripresa e di
orgoglio.
sergio
magaldi
Nessun commento:
Posta un commento