martedì 14 settembre 2021

IL CATENACCIO NON BASTA ALLA JUVE


 

Bianconeri alla deriva

 

 Tre partite di Campionato e la Juve si ritrova sul fondo della classifica con un solo punto realizzato. Dopo la gara persa in casa con l’Empoli, perde, infatti, anche a Napoli benché sia andata a rete per prima e nonostante un catenaccio esasperato che fortunatamente è raro ormai vedere sui campi di calcio. Szczęsny si fa ancora goal da solo e Kean decreta l’ennesima disfatta bianconera con un colpo di testa nella propria porta che diventa un assist per Koulibaly. Che ci faceva Kean davanti al portiere? Chiedere ad Allegri che lo mette in campo solo negli ultimi minuti per far riposare Morata, e non – come avrebbe dovuto – già all’inizio del secondo tempo accanto all’attaccante spagnolo, nel tentativo di vincere la partita. Si dirà che i tanti assenti giustificano sia la sconfitta sia l’impiego del catenaccio, ma a Torino contro l’Empoli – ieri sconfitto in casa dalla neopromossa Venezia – con quasi tutta la rosa a disposizione si è visto più o meno la stessa cosa: una squadra che gioca tutta nella propria metà campo cercando solo rare ripartenze e che difficilmente tira in porta. Col Napoli, goal di Morata a parte, neanche un tiro nello specchio della porta avversaria!

 

Scarsa preparazione e mancanza di organizzazione in campo

 

Cercare le cause della deriva bianconera è sin troppo facile. La squadra è a corto di preparazione e dopo un’ora di gioco sembra non averne più. Poche e stentate anche le partite disputate prima dell’inizio del Campionato. Non si vede un modulo preciso e se ne tentano diversi improbabili: Danilo terzino oppure davanti alla difesa, Mckennie una volta mediano un’altra trequartista(!), Cuadrado ora esterno basso ora esterno alto, ora tutti e due nella stessa partita, Kulusevski ora punta centrale ora sulla fascia, Dybala ora centravanti ora centrocampista e così via… La confusione sul campo regna sovrana, e questo è abbastanza comprensibile tenendo anche conto che la squadra in tre anni è passata da Allegri a Sarri, da Sarri a Pirlo e da Pirlo nuovamente ad Allegri. Aggiungi ora la partenza di Ronaldo che con i suoi goal nascondeva le tante lacune. Unica certezza la difesa (con Bonucci e Chiellini), ma anche questa schierata una volta a tre e una a quattro persino nell’ambito della stessa partita, ma quando il portiere si fa goal da solo non c’è catenaccio che tenga!

 

I sei errori della società

 

La Juve sembra anche scontare gli errori societari: 1) Aver acquistato un grande campione come Ronaldo poco preoccupandosi della qualità del centrocampo 2) Aver licenziato Sarri vincitore dello scudetto al suo primo anno di contratto 3) Aver affidato la squadra a Pirlo che non aveva mai allenato 4) Aver esonerato Pirlo che ha comunque vinto un trofeo e conquistato l’accesso alla Champions 5) Non aver ingaggiato un portiere come Donnarumma, a parametro zero e con uno stipendio inferiore a quello che la società si accinge ora ad offrire a Dybala 6) Aver richiamato Allegri con un contratto di ben quattro anni, sulla base dei risultati raggiunti in passato, in particolare quei 5 scudetti vinti quando per la Juve non c’erano praticamente avversari, soprattutto per la decadenza delle milanesi. Se si voleva rinnovare davvero, bisognava farlo cominciando dall’allenatore e non semplicemente ricorrendo al passato. E intanto questa notte si gioca la prima di Champions. La Juve di Campionato non avrebbe scampo neppure con gli svedesi del Malmö, ma si spera di vedere un’altra squadra e finalmente un segno di ripresa e di orgoglio.

 

sergio magaldi

 

 


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