domenica 4 marzo 2012

PROSEGUE LA MARCIA DELLA JUVENTUS ALL'INSEGNA... DEI PAREGGI




 Ennesimo pareggio della Juve, impegnata ieri sera tra le mura amiche contro il Chievo. Magra la consolazione che la squadra è ancora imbattuta in Campionato [come del resto in Coppa Italia]. I pareggi [12], di cui la maggior parte dopo la pausa natalizia, quasi equivalgono il numero delle vittorie [13]. Che la marcia spedita dei bianconeri, durata circa tre mesi, vada lentamente esaurendosi è un fatto che sostengo da tempo. In occasione della partita pareggiata con la Roma a metà Dicembre scrivevo:

 L’impressione è che la Juve, nonostante la forza fisica mostrata anche ieri sera, stia lentamente esaurendo lucidità e fantasia, e quando questo accade [se ne avvertono i sintomi già da qualche partita] si rivede purtroppo la squadra sin troppo “operaia” degli ultimi campionati.” [Cfr su questo Blog, il Post del 13 Dicembre 2011: Roma-Juve: la partita degli errori]

 Solo la forza fisica [che ieri notte ha sembrato abbandonarla] ha sin qui permesso alla Juve di restare sulla scia del Milan che, nel pomeriggio di ieri ha rifilato ben quattro goal, senza subirne alcuno, al sin troppo arrendevole Palermo, per di più giocando in casa dei siciliani. E Mercoledì, se vincesse a Bologna nel recupero di calendario, la Juve si troverebbe nuovamente ad affiancare il Milan. Determinazione dei giocatori? Merito di Conte? Sicuramente sì.

 Quali le cause della “crisi” per una Juve che non riesce più a segnare con gli attaccanti e continua a pareggiare persino con squadre di bassa classifica? Anche se questo non è il caso del Chievo che ha disputato una buona partita e occupa attualmente una posizione medio-alta nella graduatoria.

 Innanzi tutto ci sono cause “oggettive”: il calo di forma di ciascuno dei tre centrocampisti centrali, primo fra tutti Marchisio, seguito da Vidal e dallo stesso Pirlo, che pure continua a portare la croce, alternando partite maiuscole ad altre in tono minore [come per esempio quella di ieri sera]. Il visibile calo di Pepe, che tra Settembre e Novembre ha avuto il suo “quarto d’ora” da campione ma che campione propriamente non è. L’inadeguatezza di un centrale difensivo come Bonucci, anche ieri responsabile dell’ennesimo goal [dopo che la Juve era andata in vantaggio con una rete in sospetto fuorigioco del terzino De Ceglie], svirgolando nella propria porta un tiro neanche forte di un avversario.

 Poi ci sono gli errori del pur bravo Conte, da me più volte sottolineati. Lo straordinario allenatore juventino, gloriosa bandiera bianconera da calciatore, è riuscito a far giocare la squadra “a tutto campo”, realizzando un calcio moderno ed europeo che raramente si vede in Italia, ma ha dovuto pagare un prezzo: agli attaccanti e persino a Matri, l’unico attualmente in grado di segnare [con i suoi 10 goal, 12 in realtà], si chiede di giocare da “terzini” e quando giungono in area avversaria non hanno più la necessaria lucidità. Inoltre, proprio in virtù di questo tipo di gioco raramente gli attaccanti si passano la palla tra loro. Quanti palloni giocabili arrivano a Matri in una partita? Dubito che anche acquistando una “grande punta” [che certamente non è Van Persie, di cui si continua a parlare per il prossimo anno], la musica cambierebbe. Guardate cos’è successo a Krasic, che non è esattamente una punta, ma che è certamente un campione in grado di fornire palloni decisivi agli attaccanti: tagliato fuori e ormai sempre in tribuna per non essersi “adeguato”.

 Di questo passo, tuttavia, Conte finirà col capire. Guardate come la partita è cambiata negli ultimi dieci minuti di ieri sera. La Juve è tornata finalmente ad attaccare con le punte, quando sono entrati un tonico Caceres [terzino offensivo, capace di segnare e far segnare] e Del Piero. Ha sfiorato il nuovo vantaggio ma ormai era troppo tardi. Già ad inizio partita, Conte aveva indovinato la mossa di lasciare in panchina Bonucci. Poi, suo malgrado, è stato costretto a metterlo in campo per l’infortunio di Barzagli, e la solita “frittata” è stata puntualmente servita…

 Speriamo che poco a poco Conte comprenda la necessità di lasciare in prossimità dell’aria avversaria almeno una punta [Matri] che non abbia anche il compito di difendere e sia il finalizzatore della gran mole di gioco espressa dalla squadra. Speriamo altresì che egli comprenda l’opportunità di “ricostruire” un giocatore “distrutto” come Krasic, anche se ci credo poco. Quale sarà, oltre tutto, il valore di mercato del giocatore che tanto era piaciuto lo scorso anno, quando a Giugno sarà ceduto?

 Temo che senza rivedere al più presto l’organizzazione di gioco e il ruolo da affidare agli interpreti, la Juve cesserà di lottare per lo scudetto e sarà persino costretta a difendere la seconda piazza, utile per entrare “senza esami” in Champions. Intanto, oggi pomeriggio è di scena il derby Roma-Lazio, utile per la classifica forse più alla Lazio che alla Roma. Anche qui il ruolo dell’allenatore appare decisivo. Ora che, dopo aver scontato l’incredibile “pena” inflittagli dal simpatico tecnico spagnolo, ritorna De Rossi, “libero” davanti alla difesa, riuscirà Luis Enrique ad evitare ai suoi la capitolazione di fronte ad ogni “ripartenza” degli avversari? Mi auguro di sì.


Sergio Magaldi        

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