Tra poco più di un’ora l’Italia del pallone
torna in campo contro Israele per giocarsi la qualificazione al campionato del
mondo del 2018 o, meglio, dopo la brutta figura rimediata Sabato scorso al
Bernabeu di Madrid contro gli spagnoli, per cercare di mantenere i punti di
vantaggio sulla terza classificata del girone e garantirsi almeno il diritto a
disputare lo spareggio decisivo per andare a Mosca.
Non che la sconfitta contro la Spagna sia
giunta inaspettata, ancorché le sirene mediatiche nostrane proclamassero alla
vigilia: “Gli spagnoli si accorgeranno di
che pasta è fatto Belotti” o “Ventura
ce la può fare”. Non era invece prevedibile [ma solo fino ad un certo
punto] una resa incondizionata di quelle proporzioni, con una squadra che si è
limitata a veder correre gli avversari, cercando solo di limitare il numero dei
goal nella propria porta. D’altra parte, Tavecchio, che ora paventa
l’apocalisse se l’Italia sarà esclusa dalla fase finale del campionato del
mondo, cosa si aspettava? Affidando la nazionale ad un tecnico che ignora
sistematicamente il gioco di centrocampo, e che utilizza un 4-2-4 che ha reso
problematiche anche le vittorie contro nazionali di gran lunga meno tecniche di
quella spagnola, pensava davvero che l’Italia avrebbe vinto il proprio girone
precedendo la Spagna?
La formazione schierata al Bernabeu era già
l’annuncio di una sconfitta, con i soli De Rossi e Verratti a contrastare
l’avanzata degli spagnoli, il primo palesemente fuori condizione, il secondo – che
le maggiori squadre europee di club si contendono a colpi di milioni –
schierato in una posizione non sua [arretrato di almeno trenta metri] a fare da
interditore puro, lui che più che altro è un regista di centrocampo e che
sarebbe tornato utile in quel ruolo se l’Italia di Sabato sera un centrocampo lo
avesse avuto. Con Insigne a fare il trequartista [?!], con Candreva che gioca
sempre più per conto suo, con Immobile lasciato vagare per il campo ad
acchiappare farfalle, con Belotti abbandonato a se stesso, con Balotelli che
avrebbe dato un po’ di fisicità a questa squadra, lasciato per l’ennesima volta
a Nizza, forse perché sgradito ai veterani di questa squadra e non solo. Per
non parlare dei cambi, operati dal nostro CT dopo circa 70 minuti di gioco
[secondo consuetudine degli allenatori], come un normale avvicendamento
[sostituendo Belotti, il solo ad aver tirato nella porta avversaria con qualche
pericolosità] e come se tutto sino ad allora fosse andato discretamente. In queste condizioni, si spiega anche – ma
solo in parte – il cattivo comportamento della difesa, a cominciare da Buffon,
apparso in serata negativa e parzialmente responsabile sui due goal che hanno
fatto parlare la stampa spagnola di Isco come di un grande campione, per
continuare con Bonucci, in ritardo di forma, e non ancora al livello dello
scorso anno, neppure nella nuova squadra di club.
Insomma, oltre alla tattica e ad una
elementare organizzazione di gioco, agli italiani è mancata anche la condizione
fisica. Si sa, siamo ai primi di Settembre e il campionato è appena iniziato,
ma questo vale anche per i nostri avversari.
C’è solo da chiedersi perché i calciatori spagnoli corrono tanto, mentre
quelli italiani camminano.
Comunque sia, si può stare certi che se questa
sera, come sembra probabile, arriverà una vittoria [magari di stretta misura],
tutto sarà dimenticato e si tornerà a parlare dei nostri campioni e del buon
lavoro del nostro tecnico, nonché della determinazione che ci accompagnerà sino
alla vittoria dello spareggio per andare a Mosca.
sergio
magaldi
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