mercoledì 20 giugno 2012

LE CARTE SEGRETE DEL PAPA








G. NUZZI, SUA SANTITÀ. LE CARTE SEGRETE DI BENEDETTO XVI, Chiarelettere, Milano, 2012, pp. 326, Euro 16,00.




 Dopo il successo di VATICANO SPA, Gianluigi Nuzzi torna con questo saggio che ha destato grande clamore e che è giunto alla quarta edizione in due mesi.

 Le questioni trattate dall’abile giornalista riguardano in gran parte vicende di cui si è parlato a lungo negli ultimi mesi e che non interessano solo il Vaticano e la chiesa cattolica: in un paese come il nostro, “gli affari” ecclesiastici s’intrecciano inevitabilmente con le politiche dei governi italiani, siano di centrodestra, di centrosinistra o formati di tecnici “illuminati”, come l’attuale governo.

 Così, oltre a vicende che sembrano più propriamente appartenere a una logica di potere tutta interna al Vaticano, come il notissimo “caso Boffo” e quello forse meno noto di Carlo Maria Viganò – segretario generale del governatorato, rimosso nella carica dal segretario di stato, cardinale Tarcisio Bertone, e spedito nunzio apostolico negli Stati Uniti, come “premio”, a quanto si dice, per aver in parte risanato le finanze e sconfitto la corruzione, pestando evidentemente i piedi a qualcuno – nelle pagine del libro emerge la complessa trattativa che i governi italiani hanno intrecciato con la chiesa cattolica circa l’esenzione dal pagamento dell’ICI e ora dell’IMU, il rapporto delle istituzioni con Comunione e Liberazione, le molteplici commistioni tra personaggi chiamati ad occuparsi di interessi pubblici mentre sono ancora impegnati nella tutela di interessi di parte, come, tanto per fare solo un esempio, nel caso di chi, mentre difende lo IOR, la nota banca vaticana, dalle accuse della magistratura italiana, è chiamato dal presidente Monti a sedere sulla poltrona di via Arenula.

 In un certo senso, tuttavia, per i fedeli cattolici in particolare e per la società civile in generale, acquista notevole significato anche tutta la restante materia trattata da Nuzzi: la vicenda del San Raffaele, il rapporto del Vaticano con i Legionari di Cristo del fondatore pedofilo Marcial Maciel, quello con i seguaci di Lefebvre e con l’ETA, l’organizzazione terroristica basca, nonché la questione dolorosa e mai risolta della scomparsa di Emanuela Orlandi, il disagio espresso dal “papa nero” dei Gesuiti per la recente politica della chiesa di Cristo, il negazionismo della Shoà, il risarcimento economico per i tanti atti di pedofilia di cui si è reso responsabile il clero americano e così via.

“Nulla di nuovo sotto il sole” o “Molto rumore per nulla” starei per dire, se non fosse che il libro di Nuzzi ha il merito non solo e non tanto di fare il punto sulle molte “piaghe” della chiesa cattolica, più o meno conosciute da un’opinione pubblica attenta e senza veli sugli occhi, quanto soprattutto di averle presentate in rapida sintesi e corredate di “prove” documentali, lettere e appunti, sottratti grazie ad un informatore segreto denominato “Maria”. Ciò che non era mai successo nella storia millenaria della chiesa cattolica, anche se di intrighi, congiure di palazzo e affari poco trasparenti, nei secoli, si è spesso sentito parlare.

 A dir la verità, per quanto interessanti, queste “carte segrete” non mi sono parse né così compromettenti, né tali da sconvolgere l’animo dei fedeli, da sempre abituati a perdonare e distinguere tra l’operato del clero – non esente dalle debolezze e dai vizi di tutta l’umanità – e il significato simbolico di un’istituzione che come fine ultimo vanta un rapporto privilegiato con la Trascendenza. Per inquietante paradosso, dall’ottimo lavoro di Nuzzi e dai documenti presentati, emerge di più il timore reverenziale dei nostri organismi di governo e di stato, sempre inclini al compromesso, anche al rischio di sanzioni europee, pur di favorire e/o conservare i tanti privilegi della chiesa cattolica. “Timida come una ragazzina”, Kafka avrebbe definito la Repubblica Italiana, allorché si mette a trattare con il Vaticano.

 Vorrei sottolineare un altro pregio del libro, forse quello che più mi ha colpito e che emerge dall’attenta analisi delle lettere scritte e riprodotte. Una prosa curiale che sembra ispirarsi ai maestri dell’ipocrisia, tra giri di parola e virtuosismi dialettici che affermano, senza aver l’aria di voler affermare, negano senza dare l’impressione di voler negare, accusano senza dare la sensazione di voler accusare, ostentano i doveri dell’Umiltà e dell’Obbedienza, dietro sforzi titanici e inutili per nascondere l’ego, un satanico anelito di ribellione e la smisurata ambizione che talora si esercita nella richiesta di compensazioni, in cambio di omertà e per i torti ingiustamente subiti o ritenuti tali. Tutto ciò m’induce al sorriso e suscita in me la sorpresa di costatare che dietro la facciata di un linguaggio che sembra scolpito nel tempo e nella tradizione, pur con le vele dell’ipocrisia e tra acque limacciose, la barca ecclesiastica si muove, sospinta dal vento della modernità.

 Anche su questo piano, così come osservavo a proposito dei rapporti tra Stato e Chiesa, le “carte segrete”, sembrano piuttosto danneggiare l’immagine di una laicità, che si fa timida e compromissoria quando ha responsabilità istituzionali, ma diventa addirittura untuosa e grottesca quando si accosta nei pressi di Oltretevere, sia che si tratti di fare offerte “per la carità del Papa”, sia che aneli all’udienza con il “Santo Padre”.

 Per concludere, dirò che il lavoro di Nuzzi è anche meritevole di avermi costretto, per così dire, a due riflessioni: la prima è che “la gioiosa macchina delle offerte”, come l’autore intitola un capitolo del libro, ha fortunatamente preso il posto, nella chiesa cattolica, dell’antica vendita delle indulgenze, o almeno lo spero. La seconda, più complessa, mi induce a pensare che si stia determinando una svolta epocale, una vera e propria rivoluzione. Parafrasando il Marx del Manifesto, la finanza internazionale ha strappato il velo di sentimentalismo con cui i cittadini riguardavano i partiti politici e i fedeli la propria chiesa. Alle illusioni religiose e politiche, ai tanti balletti ideologici e compromissori sulle riforme da realizzare e mai realizzate, alla sterilità affamata di una casta politica vergognosa, la finanza ha sostituito una presa del potere aperta, diretta, brutale e spietata.

 In Italia, cattolici vaticani e massoni internazionali si sono rimboccati le maniche, usciti allo scoperto, uniti dall’amore verso l’unico dio – il denaro – hanno rinvigorito le proprie chiese – le banche – e si apprestano a governare per largo tratto. Il paradosso più grande è che non sono sicuro che questo sia un male! 

sergio magaldi          

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