G. NUZZI, SUA SANTITÀ. LE CARTE SEGRETE DI BENEDETTO XVI, Chiarelettere, Milano, 2012, pp. 326, Euro 16,00.
Dopo il successo di VATICANO SPA, Gianluigi Nuzzi torna con questo saggio che ha destato grande clamore e che è giunto alla quarta edizione in due mesi.
Le questioni trattate dall’abile giornalista
riguardano in gran parte vicende di cui si è parlato a lungo negli ultimi mesi
e che non interessano solo il Vaticano e la chiesa cattolica: in un paese come
il nostro, “gli affari” ecclesiastici s’intrecciano inevitabilmente con le
politiche dei governi italiani, siano di centrodestra, di centrosinistra o
formati di tecnici “illuminati”, come l’attuale governo.
Così, oltre a vicende che sembrano più
propriamente appartenere a una logica di potere tutta interna al Vaticano, come
il notissimo “caso Boffo” e quello forse meno noto di Carlo Maria Viganò –
segretario generale del governatorato, rimosso nella carica dal segretario di
stato, cardinale Tarcisio Bertone, e spedito nunzio apostolico negli Stati
Uniti, come “premio”, a quanto si dice, per aver in parte risanato le finanze e
sconfitto la corruzione, pestando evidentemente i piedi a qualcuno – nelle
pagine del libro emerge la complessa trattativa che i governi italiani hanno
intrecciato con la chiesa cattolica circa l’esenzione dal pagamento dell’ICI e
ora dell’IMU, il rapporto delle istituzioni con Comunione e Liberazione,
le molteplici commistioni tra personaggi chiamati ad occuparsi di interessi
pubblici mentre sono ancora impegnati nella tutela di interessi di parte, come,
tanto per fare solo un esempio, nel caso di chi, mentre difende lo IOR, la nota
banca vaticana, dalle accuse della magistratura italiana, è chiamato dal
presidente Monti a sedere sulla poltrona di via Arenula.
In un certo senso, tuttavia, per i fedeli
cattolici in particolare e per la società civile in generale, acquista notevole
significato anche tutta la restante materia trattata da Nuzzi: la vicenda del
San Raffaele, il rapporto del Vaticano con i Legionari di Cristo del fondatore
pedofilo Marcial Maciel, quello con i seguaci di Lefebvre e con l’ETA,
l’organizzazione terroristica basca, nonché la questione dolorosa e mai risolta
della scomparsa di Emanuela Orlandi, il disagio espresso dal “papa nero” dei
Gesuiti per la recente politica della chiesa di Cristo, il negazionismo della
Shoà, il risarcimento economico per i tanti atti di pedofilia di cui si è reso
responsabile il clero americano e così via.
“Nulla di nuovo sotto
il sole” o “Molto rumore per
nulla” starei per dire, se non fosse che il libro di Nuzzi ha il merito non
solo e non tanto di fare il punto sulle molte “piaghe” della chiesa cattolica,
più o meno conosciute da un’opinione pubblica attenta e senza veli sugli occhi,
quanto soprattutto di averle presentate in rapida sintesi e corredate di
“prove” documentali, lettere e appunti, sottratti grazie ad un informatore
segreto denominato “Maria”. Ciò che non era mai successo nella storia
millenaria della chiesa cattolica, anche se di intrighi, congiure di palazzo e
affari poco trasparenti, nei secoli, si è spesso sentito parlare.
A dir la verità, per quanto interessanti,
queste “carte segrete” non mi sono parse né così compromettenti, né tali da
sconvolgere l’animo dei fedeli, da sempre abituati a perdonare e distinguere
tra l’operato del clero – non esente dalle debolezze e dai vizi di tutta
l’umanità – e il significato simbolico di un’istituzione che come fine ultimo
vanta un rapporto privilegiato con la Trascendenza. Per inquietante paradosso,
dall’ottimo lavoro di Nuzzi e dai documenti presentati, emerge di più il timore
reverenziale dei nostri organismi di governo e di stato, sempre inclini al
compromesso, anche al rischio di sanzioni europee, pur di favorire e/o
conservare i tanti privilegi della chiesa cattolica. “Timida come una
ragazzina”, Kafka avrebbe definito la Repubblica Italiana, allorché si mette a
trattare con il Vaticano.
Vorrei sottolineare un altro pregio del
libro, forse quello che più mi ha colpito e che emerge dall’attenta analisi
delle lettere scritte e riprodotte. Una prosa curiale che sembra ispirarsi ai
maestri dell’ipocrisia, tra giri di parola e virtuosismi dialettici che
affermano, senza aver l’aria di voler affermare, negano senza dare
l’impressione di voler negare, accusano senza dare la sensazione di voler
accusare, ostentano i doveri dell’Umiltà e dell’Obbedienza, dietro
sforzi titanici e inutili per nascondere l’ego, un satanico
anelito di ribellione e la smisurata ambizione che talora si esercita nella
richiesta di compensazioni, in cambio di omertà e per i torti
ingiustamente subiti o ritenuti tali. Tutto ciò m’induce al sorriso e suscita
in me la sorpresa di costatare che dietro la facciata di un linguaggio che
sembra scolpito nel tempo e nella tradizione, pur con le vele dell’ipocrisia e
tra acque limacciose, la barca ecclesiastica si muove, sospinta dal vento della
modernità.
Anche su questo piano, così come osservavo a
proposito dei rapporti tra Stato e Chiesa, le “carte segrete”, sembrano
piuttosto danneggiare l’immagine di una laicità, che si fa timida e
compromissoria quando ha responsabilità istituzionali, ma diventa addirittura
untuosa e grottesca quando si accosta nei pressi di Oltretevere, sia che si
tratti di fare offerte “per la carità del Papa”, sia che aneli all’udienza con
il “Santo Padre”.
Per concludere, dirò che il lavoro di Nuzzi è
anche meritevole di avermi costretto, per così dire, a due riflessioni: la
prima è che “la gioiosa macchina delle offerte”, come l’autore intitola un
capitolo del libro, ha fortunatamente preso il posto, nella chiesa cattolica,
dell’antica vendita delle indulgenze, o almeno lo spero. La seconda, più
complessa, mi induce a pensare che si stia determinando una svolta epocale, una
vera e propria rivoluzione. Parafrasando il Marx del Manifesto, la
finanza internazionale ha strappato il velo di sentimentalismo con cui i
cittadini riguardavano i partiti politici e i fedeli la propria chiesa. Alle
illusioni religiose e politiche, ai tanti balletti ideologici e compromissori
sulle riforme da realizzare e mai realizzate, alla sterilità affamata di una
casta politica vergognosa, la finanza ha sostituito una presa del potere
aperta, diretta, brutale e spietata.
In Italia, cattolici vaticani e massoni
internazionali si sono rimboccati le maniche, usciti allo scoperto, uniti
dall’amore verso l’unico dio – il denaro – hanno rinvigorito le proprie
chiese – le banche – e si apprestano a governare per largo tratto. Il
paradosso più grande è che non sono sicuro che questo sia un male!
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