Prandelli, il commissario della
nazionale italiana di calcio, è proprio un gran signore! Alle voci ricorrenti
da più parti di impedire la partenza della squadra azzurra, dopo l’ennesimo
scandalo del calcio scommesse, ha subito replicato che non andare agli Europei
non sarebbe stato un problema. Figuriamoci!
Il concetto, espresso con fermezza e signorilità in una
intervista, è stato ribadito qualche istante dopo, nel corso del dialogo,
dall’ineffabile commissario tecnico:
“Se si decidesse di non partire, come dicevo prima,
non ci sarebbe alcun tipo di dramma…”
“Bèh insomma… sarebbe una cosa…”
“Per quanto ci riguarda… no!”
E io gli credo sulla parola! Anche il plurale usato da Prandelli ha la sua logica. Quale migliore occasione offerta al c.t. della nazionale per sfuggire alla magra figura che gli azzurri si apprestano a fare?! Senza contare il prolungamento delle vacanze per i calciatori, poveri lavoratori del pallone costretti ad un super-impegno extra e poco pagato!
Purtroppo, però, il risveglio da questo sogno collettivo ad occhi aperti è venuto dalle sagge parole della ministra Cancellieri: che vadano e si facciano onore! Ha tagliato corto la pragmatica esponente del governo Monti.
Così il team azzurro è partito e arrivato a destinazione, accolto con entusiasmo dalla folla di amanti del calcio e non, portando con sé l’ennesimo scandalo e il velleitario proposito di soffocarlo prendendo a calci il pallone. Riusciranno i nostri eroi a ripetere le imprese del passato, compiute in circostanze simili di discredito per il nostro calcio? Ne dubito. La squadra viene da tre sconfitte consecutive, ad opera di squadre non irresistibili, come Stati Uniti, Uruguay e Russia, con la quale ultima solo una settimana fa abbiamo perso per tre goal a zero!
La verità è che la squadra azzurra non ha un gioco degno di questo nome: non pratica il tradizionale calcio all’italiana che ha fatto le fortune di Bearzot e di Lippi, e scarseggia nel gioco offensivo per la mancanza di autentiche punte. Insomma questa nazionale non è né carne né pesce e riflette, mi pare, il carattere di chi la governa. Schiera una difesa che vorrebbe addirittura migliorare quella della Juventus di quest’anno, con l’inserimento di Balzaretti e di Maggio [insieme a Bonucci il peggiore in campo nella partita persa con la Russia] e prende tre goal per mancanza di organizzazione. Presenta un centrocampo senza autentici interditori, per di più facendo giocare Pirlo non da regista, ma come giocava nell’ultimo Milan, con un De Rossi che da tre anni è solo un modesto giocatore, nonostante la sceneggiata durata quasi per l’intero campionato, di prestigiosi club europei che se lo sarebbero conteso a decine e decine di milioni…
Come non bastasse, Prandelli assegna all’eterna promessa Montolivo il compito di “giochicchiare” a ridosso di punte
sterili… con Cassano lontano dal campo per un anno intero, a seguito
dell’operazione al cuore, Giovinco che si muove tanto ma che il meglio di sé lo
dà nelle squadre cosiddette di provincia. Nella Juve come nella nazionale, dove
peraltro ha giocato poco, ha sempre fatto molto fumo e poco arrosto. Per non
parlare dell’anziano, calcisticamente parlando, Di Natale, da anni autentico
cannoniere dell’ex campionato più bello del mondo, in una squadra come
l’Udinese che in fase offensiva gioca tutta per lui. In nazionale non è mai
esistito, fallendo tutte le prove che, ad intervalli diversi, gli sono state
concesse. E ancora: Borini, fuori forma già un mese prima della fine del
campionato. Al suo posto non sarebbe stato meglio portare Pepe, meno tecnico,
forse, ma più in forma e con più volontà ed esperienza? Un giovane, Borini,
solo una speranza di cui, dopo qualche partita di seguito in cui è andato in
goal, s’è fatto un fuoriclasse.
Resta il solo Balotelli, l’unico degli
attaccanti portati in Ucraina degno di giocare un europeo, ma da solo e senza
una punta centrale non basta. Già, dove sono finite le punte centrali? Matri su
tutti e Osvaldo e Borriello e Pazzini? Non pervenuti.
Prandelli ha deciso di lasciarli a casa, a imitazione del Barcellona e /o di Conte, allenatore che non predilige le punte d’area e dintorni, che non sappiano fare anche i
difensori. Ma il Barcellona ha Messi, e Conte col suo modulo ha appena vinto uno scudetto. Appunto!
Perché il parziale accantonamento della punta centrale [si ricordi
comunque il ruolo determinante che, per buona parte del campionato, ha avuto
Matri con i suoi goal], ubbidisce nell’allenatore della Juventus a una precisa
filosofia di calcio che, almeno per ora, ha dato i suoi frutti con bel
gioco e scudetto. La filosofia di Prandelli invece non si vede e
soprattutto non si vedono i risultati.
Vorrei proprio sbagliarmi ma temo che la spedizione azzurra
agli Europei si risolverà in una disfatta. Non vedo come questa squadra possa
battere o almeno impattare con la Spagna che incontreremo Domenica, e la
Croazia, contro cui giocheremo il 14 Giugno, è un avversario imprevedibile e
per noi indigesto.
Tutto sommato, hanno ragione Monti e Prandelli, in queste
condizioni, forse sarebbe stato meglio restare a casa!
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