SEGUE DA:
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Da ciò che si è detto sin qui, appare evidente come
le operazioni a due vasi siano vere e proprie operazioni alchemiche. Non sembra
dunque potersi rivelare grande differenza tra un'interpretazione di senso alchemico
del Cantico e una interpretazione che si prospetti come
un'operazione a due vasi assimilabile al Maithuna tantrico o
al Ling-hsiou del taoismo. D'altra
parte, ove li si devitalizzi dei loro principi di senso, che sono la
respirazione, l'arresto del seme e lo Huan jing bu nan – una tecnica che
nella pratica taoista permette la risalita del fluido seminale lungo la spina dorsale –, il Maithuna e il Ling-hsiou cessano
di essere operazioni alchemiche a due vasi per divenire niente altro che unioni
erotiche e/o meri atti di magia sessuale.
In questa prospettiva, il Cantico, il
libro più santo della Torah, altro non sarebbe che una sorta di
ierogamia, dove il flusso seminale viene speso abbondantemente quale elemento
propiziatorio di collegamento e di fecondazione tra Cielo e Terra, tra 'alto' e
'basso'. Anche se è vero che, nell'economia della Qabbalah, l’emissione del
seme assolve a una duplice funzione: la dissoluzione della diade uomo-donna
nell'androgine originario – archetipo antropomorfico dell'Uno-Dio – e
soprattutto l'unione mistica che, facendo discendere la Shekinah sugli sposi, si pone al servizio della procreazione. Osserva in proposito Moshe Idel: “Lo sposo deve elevare il proprio pensiero sino
alla sua fonte, al fine di compiere una unio mystica, che sarà
seguita dalla discesa di forze spirituali dall'alto sul semen virile;
qui, ascencio mentis, unio mystica e reversio sono
delle tappe che precedono la concezione ideale. Vale la pena di paragonare questa concezione mistica dell'atto sessuale
con il punto di vista tantrico. In entrambi i casi, l'atto sessuale deve essere
effettuato con molta attenzione; un certo stato di coscienza mistica viene
colpito durante l'atto corporeo. Tuttavia, l'utilizzo di pratiche sessuali per
vivere delle esperienze sessuali è evidentemente differente. L'unione mistica
del pensiero con la propria fonte è nella Qabbalah, strumentale in rapporto
allo scopo principale:il concepimento; la conoscenza spirituale è solo una fase
preparatoria nel processo della procreazione che dev'essere compiuto con la
cooperazione della Shekhina. Nel sistema tantrico, lo stato di coscienza
mistica, la bodhicitta, è un fine in sé, al punto che lo stato di
perfezione è ottenuto tramite l'arresto del flusso del semen virile.
Al contrario, l'atto sessuale è considerato dai cabalisti come un atto che dona
la vita. Presso i maestri del Tantra, l'eiaculazione è vista come una
"morte". Mentre i cabalisti pongono l'unione mistica al servizio
della procreazione, il Tantra pone la relazione sessuale infeconda al servizio
della coscienza mistica.” [18]
Per quanto 'tranquillizzante' possa apparire questa
chiave di lettura del Cantico, non sembra credibile sostenerla ad
una più attenta osservazione, non tanto e non solo per l'arcaicità e la
semplicità dei simboli che ogni ierogamia è costretta a riproporre, quanto
perché l'idea della 'dissoluzione della diade' che la sorregge è puramente
illusoria, almeno in un'ottica che si ispiri alla Qabbalah, dovendosi ricordare
come lo Zohar [19] parli sempre di 'Deveqùth' cioè di
'comunione', 'unificazione', mai di 'dissoluzione' e di Uno. La stessa 'Ma'aseh
Bereschith [20]
che consente di raggiungere l'unificazione mediante l'unione dell'uomo e della
donna, mantiene sempre l'Uno come trascendenza e come indicibile lontananza.
Proprio su ciò si basa la differenza tra la qabbalah ebraica e i 'sistemi' sin qui
ricordati. L'ermetismo alchemico, le varie filosofie dell'induismo e del
buddismo, lo yoga tantrico, il taoismo, pur nella diversità delle condizioni
storiche da cui provengono, sono tutte concezioni dell'immanenza, dove ogni idea
di rettificazione e/o di reintegrazione tende alla riscoperta del proprio sé originario
e al desiderio dell'uomo di farsi Yogi, Spirito, Uno, Dio. Nella visione della
Qabbalah, al contrario, sempre sussiste quella 'indicibile lontananza' che
blocca sul nascere ogni aspirazione prometeica dell'uomo a farsi Dio, e muta
profondamente anche il ruolo dell'uomo e della donna. In una lettura di senso
alchemico la donna è 'l'elemento fluidificante', 'l'acqua corrosiva e terribile':
prostituta o dea, la sua demonizzazione come la sua divinizzazione non hanno
altro scopo che il tirocinio ascetico del neofita. In ogni altro caso la donna
è, per così dire, vampirizzata a fini magici o terapeutici oppure è terra
irrorata. Così non è per gli amanti del Cantico.
In Shir
haShirim, c’è una sostanziale parità e dignità degli amanti, pur
nell’apparente diversità: «Io
ho desiderato d'essere all'ombra tua e mi vi sono posta a sedere» (I-3).
E' questo il versetto citato da Giordano Bruno nel De umbris idearum a
proposito dell'ombra e della luce. La donna è la polarità lunare, la luce
riflessa, l'ombra della luce, necessaria quanto la luce stessa per la
reintegrazione. Ciò che tuttavia potrà essere reintegrato non è l'Uno in quanto
tale, ma l'Uno come 'unificato'. Si legge in Zohar: "Qui la
donna si unisce al suo sposo. Quando si siano stretti l'un l'altro in un
abbraccio, allora bisogna che le loro membra siano aderenti e i loro
tabernacoli congiunti, come se fossero Uno e che la loro comunione si diffonda
in ogni parte di loro secondo il desiderio del cuore, per potersi elevare nella
direzione di Ain Soph [21],
affinché tutto si unisca laggiù per fare di quelli dell'alto e di quelli del
basso un desiderio solo". E' opportuno osservare che qui 'alto' e 'basso'
non assumono lo stesso significato che hanno nella massima ermetica della Tavola
di Smeraldo. Qui si vuol dire che quando Tiphereth [22],
lo sposo, e Malchuth, la sposa, si uniscono, si uniscono lassù
anche Chochmah, il padre e Binah, la madre, tutti
accomunati nel medesimo desiderio verso Kether. Resta del tutto
fuori portata Ain-Soph, mentre la stessa aspirazione di
raggiungere Kether, più che una possibilità effettiva, manifesta la
volontà simbolica dell'unificazione.
[ S E G U E ]
sergio
magaldi
[18] Moshe Idel, Cabala ed erotismo, Mimesis, Milano
1993,. pp.22-23
[19]Il Sepher ha Zohar o Libro
dello Splendore è opera centrale della letteratura kabbalistica. Si
compone di 24 Sezioni oltre ad alcune altre, note ai soli kabbalisti. In realtà
non si tratta di un libro ma di un vero e proprio corpo completo di letteratura
unito sotto un unico titolo. Sugli argomenti, la data di composizione, l'autore
cfr. G.G.Scholem, La
Cabala , Ed.Mediterranee, Roma 1989, rist., pp.215-244.
[20]Opera della Creazione. Trattasi della cosmologia
mistica dell'epoca della creazione il cui insegnamento era riservato solo a
pochi eletti.
[21]Nella Qabbalah, Ain-Soph indica
l'impossibilità di cogliere l'origine e il fine ed ha solo la funzione di far
desistere il pensiero dalla pretesa prometeica di voler essere dappertutto e
tutto risolvere in se stesso. L'Ain ebraico, composto dalle lettere
Alef-Yod-Nun non è privativo di qualità ma di luogo, in nessun caso,
dunque, Ain Soph-Infinito può essere confuso con l'Apeìron di
Anassimandro. Il Sepher ha Zohar così parla di Ain
Soph: "Ain-Soph, Infinito: in lui non c'è alcuna apertura, ogni
interrogativo è vano, come ogni idea per le possibilità del pensiero"(Zohar,
I-21a). Più avanti (Zohar, II-239a) Ain-Soph è così
definito:"Chiusura inaccessibile e sconosciuta (...) resiste ad ogni
possibile conoscenza e non se ne può fare né una fine né un principio".
[22]Tiphereth è sephirah centrale dell' Albero
della vita: un diagramma costruito su tre colonne e sul quale si collocano
dieci sephiroth, in nessun
caso da intendersi come 'emanazioni' dell'Uno, bensì come 'forme' o possibilità
della manifestazione. Corrispondono, da sphr-contare, ai primi
dieci numeri da cui tutti gli altri sono formati (Cfr. in proposito il Sepher
Yetzirah, il più antico tra i testi della letteratura kabbalistica. Ottima
la versione italiana a cura di Gadiel Toaff: Il libro della Creazione,
Carucci, Roma 1988). Circa le sephiroth e
la loro collocazione sull'Albero: alla colonna centrale appartengono:
1 Kether-Corona, 6 Tiphereth-Armonia, 9 Yesod-Fondamento,
10 Malchuth-Regno. Alla colonna di destra: 2 Chochmah-Saggezza,
4 Hesed-Grazia, 7 Netzach-Vittoria. Alla colonna di
sinistra: 3 Binah-Intelligenza, 5 Gheburah-Rigore,
8 Hod-Splendore.