lunedì 16 febbraio 2009

Dalla mano di Dio al braccio di San Siro

Ancora una volta il Cielo interviene in modo determinante nel gioco del pallone. Tutti ricordano la mano di Dio che, incarnatasi in quella di Maradona, valse all'Argentina un titolo mondiale. E ieri, nel derby milanese, forse un dio minore è sceso nuovamente in campo, tramite il braccio di Adriano che assicura all'Inter la vittoria della partita e probabilmente quella dello scudetto. Con un gesto atletico che ricorda quello dell'ombrello, il calciatore brasiliano ha detto agli italiani che amano il gioco del calcio ed in particolare ai tifosi milanisti e juventini, di non coltivare illusioni giacché nella sua persona s'è manifestata chiaramente la volontà dell'Altissimo. Un ex-arbitro, saggio come Casarin, nel suo commento a Controcampo, ha detto che il suo collega Rosetti, internazionale e primo fischietto italico, per la posizione in cui si trovava in campo non può aver visto il braccio teso ad arco di Adriano perché altrimenti avrebbe annullato il goal. Sulla sua scia, Ferri l'ex-calciatore e interista di ferro ha ammesso che c'era un rigore a favore del Milan nell'intervento di Chivu su Inzaghi ma che l'arbitro non poteva vederlo. Si trovava a pochi passi dall'azione, è vero, ma era coperto da altri giocatori. Lasciatemi aggiungere che l'occhio debole dell'uomo non può vedere ciò che il Cielo ha deciso di nascondere alla vista. Così forse è stato anche per un secondo rigore non concesso a favore del Milan per un fallo in area di rigore su Ambrosini. E dire che per tutta la settimana che ha preceduto il derby, l'ineffabile allenatore interista - l'unico per la verità del nostro campionato di calcio che ha il coraggio di parlare chiaro tanto ai suoi giocatori che agli addetti ai lavori - ha lamentato "strani" atteggiamenti dei direttori di gara a danno della propria squadra, dimenticando o non sapendo che negli ultimi anni la Divina Provvidenza o la Dea Bendata, secondo i gusti, s'è prodigata abbondantemente in favore dell'Inter. Eppure, il fermo appello del simpatico e bravo portoghese anche questa volta non è rimasto inascoltato con buona pace di chi pretenderebbe che il Cielo si astenesse dall'intervenire così pesantemente nelle vicende sportive.

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