martedì 16 gennaio 2024

L'ESONERO DI MOURINHO: si lotta per la Champions o per non retrocedere?


 

 Già lo scorso ottobre, prima della trasferta della Roma a  Cagliari, il Corriere dello Sport annunciò a tutta pagina il probabile esonero di Mourinho in caso di sconfitta. Scrivevo allora: «C’è da chiedersi come la proprietà non si renda conto che la squadra risulta notevolmente indebolita rispetto all’anno scorso (…) alla luce di quanto sopra, come è possibile imputare a Mourinho il calo di rendimento della squadra? Probabilmente la proprietà non conosce in modo approfondito il mondo del calcio, ma perché ha consentito la politica del “Vorrei ma non posso” che ha portato all’ingaggio di giocatori più o meno considerati importanti o addirittura campioni, liberi sul mercato e dunque a parametro zero perché reduci da infortuni anche gravi? Non sarebbe stato meglio qualche acquisto mirato di giocatori sani, magari utilizzando una parte degli oltre 60 milioni ricavati dalla vendita di Ibañez  e di giovani promettenti come Volpato, Tahirovic e Missori?»

 

Poi i giallorossi vinsero 4-1 a Cagliari e il licenziamento fu rimandato. Sino a questa mattina. Va via Mourinho, licenziato come si suole dire su due piedi e arriva De Rossi. L’allenatore più amato dai tifosi lascia il posto ad un romano, all’ex giocatore, forse il più amato, dopo Totti dagli stessi tifosi, ma con la sola esperienza della panchina della Spal in serie B, conclusasi con un esonero. La proprietà, che da tempo voleva liberarsi di Mourinho, ha certamente agito con astuzia ma poco preoccupata del destino della società giallorossa. Considerando infatti l’attuale rosa della Roma – tra giocatori fragili, infortunati e/o modesti – viene da chiedersi se non fosse proprio Mourinho, con il suo carisma, l’unico allenatore capace di portare la squadra fuori dalla crisi, tentando ancora la scalata al quarto posto della classifica (utile per accedere alla Champions) che del resto la Roma ricopriva solo poco tempo fa. Per paradossale che possa sembrare, pur con tutti gli auguri che si devono a De Rossi, emerge la preoccupazione che la squadra non si ritrovi improvvisamente a lottare per non retrocedere. Facciamo pure tutti gli scongiuri di rito, ma la preoccupazione resta!

 

sergio magaldi


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