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Anche a chi ha
sempre manifestato una certa simpatia per Renzi – magari solo riconoscendogli
il merito di essere il più dinamico tra i Presidenti del Consiglio dei Ministri
dell’Italia degli ultimi vent’anni – non sfugge che le ultime mosse del
segretario del PD, nonché capo del governo, siano state improvvide. Per far
fronte alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato
incostituzionale il blocco delle perequazioni anche per le pensioni più basse,
cosa escogita Matteo Renzi? Restituisce in minima parte quanto dovuto e sino a
un massimo di 5 euro mensili alle pensioni lorde di 2860 euro mensili, cioè al
di sotto delle 2000 euro nette, sbloccando per il futuro quel blocco che era
stato definito solo “temporaneo” dal governo Monti-Fornero. Con due conseguenze
immediate, l’una esplicita, l’altra implicita. Per la prima, visto che siamo in
campagna elettorale, spacciando il provvedimento di mini-restituzione per un
bonus simile a quello famoso degli 80 euro, senza tener conto che colui che
percepisce una pensione sotto i 2000 euro mensili potrebbe godere di entrate
ben superiori, se si tenesse conto della sua dichiarazione dei redditi. Con ciò
perpetuando una fiscalità iniqua a danno degli italiani. Per la seconda
stabilendo in via di principio che oltre la soglia dei 2860 euro lordi, siamo
di fronte a pensioni cosiddette d’oro, per le quali il blocco “temporaneo”
della perequazione continuerà a valere per il futuro. Con quale disinvoltura un
politico italiano, consigliere regionale o parlamentare o ministro, riesce ad
affermare che dai 2861 euro lordi le pensioni diventano d’oro?
Non basta, perché a
proposito di fiscalità, Matteo Renzi va strombazzando da tempo l’attuazione di
un provvedimento che avrebbe fatto risparmiare tempo e denaro ai contribuenti
[sempre se dotati di un pc]. La realtà mostra il contrario. Provate a chiedere
il modello precompilato. Dovete essere in possesso di uno speciale PIN che
forse riuscirete a ottenere, burocrazia permettendo, dopo diversi giorni. Se vi
riuscirà di ottenerlo, capirete subito che avete fatto una fatica inutile e
perso tempo prezioso, perché se, oltre al reddito di pensione o di lavoro,
possedete altri redditi o avete diritto a detrazioni, dovrete presentarlo ugualmente
a un CAAF. E qui viene il bello! Fino all’anno scorso la sola presentazione del
730 non era soggetta a costi [diverso il caso se incaricavate il CAAF della
compilazione], da quest’anno vi chiedono una “tassa”, che di fatto è
obbligatoria, per la sola consegna [CAAF-CGIL prende 10 euro per ogni
dichiarazione presentata].
Davvero un bel
guadagno per i cittadini!
sergio magaldi
è vero, tragicamente vero
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