Akèldama. Il campo di Giuda
Fulvio Canetti
Prefazione di Sergio Magaldi
Postfazione di Edoardo Recanati
Tipheret euro 10
“E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” Albert Einstein
E’ rivolto ai pellegrini di Terra Santa l’ultimo
lavoro che Fulvio Canetti, medico-chirurgo proveniente da una famiglia di
origini sefardite, dedica a Giuda Iscariota, uno dei dodici discepoli che
secondo la versione dei vangeli Sinottici tradì Gesù per trenta denari e per
questo passato alla storia come l’uomo simbolo del tradimento. Se nel
precedente saggio “Amare Israele” l’autore, sulla base dello studio di testi
canonici e cristiani, confuta la tesi infondata del “deicidio” di Gesù che
secondo gli evangelisti sarebbe da ascrivere agli ebrei, in quest’ultima opera
pubblicata dalla casa editrice Tipheret con il titolo “Akèldama” (termine
aramaico per “campo di sangue”) analizza con rigore storico la figura di Giuda,
il cui nome significa lode mentre per Iscariota si intende uomo di Kariot, un
villaggio situato nelle vicinanze di Gerusalemme. Personaggio chiave per la
comprensione della storia di Gesù accaduta a Gerusalemme durante il governo di
Ponzio Pilato, uomo spietato e non debole o opportunista come ritratto dagli
evangelisti, Giuda, additato nel corso dei secoli come il paradigma del popolo
ebraico, rappresenta agli occhi degli antisemiti il trait d’union fra il
deicidio operato dagli ebrei e l’immagine dell’ebreo falso e traditore. Uno
stereotipo che alimenta pregiudizi in ambito cristiano e non solo duri a
morire. Tuttavia il ritrovamento del vangelo di Giuda negli anni Settanta e la
successiva pubblicazione nel 2006 - la cui importanza storica è enorme perché
oltre ai rapporti fra Giuda e Gesù getta luce sugli sviluppi delle Comunità
cristiane, prima sconosciuti – ha contribuito a riconsiderare la figura del
tesoriere tra gli apostoli di Gesù. Chi era dunque Giuda Iscariota? Partendo
dalla prospettiva dell’innocenza di Giuda l’autore offre al lettore uno
spaccato storico minuzioso della vita dell’uomo che Gesù scelse come tesoriere
“per la sua ponderatezza e capacità nell’amministrare il denaro comune”, del
legame con il Maestro, dell’ambiente in cui è vissuto, del suo percorso umano e
politico, del presunto tradimento e della sua morte restituendoci l’immagine di
un personaggio ben diverso da quello ritratto dagli evangelisti, accolto e
propagandato dal mondo cristiano. Giuda che amava profondamente Gesù lo
convinse a salire a Gerusalemme per affrontare il potere politico-religioso che
calpestava la libertà in modo che il popolo lo acclamasse Messiah, trovando
così il movente per ribellarsi a Cesare. Come ricostruisce Canetti il piano di
Giuda, concordato con il suo stesso Maestro, consisteva nel far sì che Gesù
venisse arrestato nel giorno precedente la Pasqua ebraica quando molti pellegrini ebrei
confluivano a Gerusalemme per celebrare la festività e che il popolo, a quel
punto, insorgesse contro Roma e la classe sacerdotale corrotta e
collaborazionista. Un disegno utopico, un atto di sfida che portò alla
sconfitta totale. L’ingenuità di Giuda - che aveva in comune con Gesù la
militanza zelota e che lo aveva portato a credere che il popolo guidato da un
capo carismatico come Gesù si sarebbe ribellato ai Romani - fu anche l’origine
del rimorso che lo indusse al suicidio nel campo del Vasaio, consapevole di
aver provocato la morte del Maestro. Dopo un accurato quadro storico
analizzando la figura di Giuda nell’immaginario cristiano l’autore argomenta
come le allusioni alla cupidigia e all’avarizia di Giuda, identificato dai
padri della Chiesa con i Giudei, abbiano creato nella mente dei fedeli
cristiani uno stereotipo ebreo che sarà il motore principale dell’antisemitismo
fino ai giorni nostri. Canetti prosegue con una riflessione originale sul
rapporto fra messianesimo zelota del tempo di Gesù e moderno messianesimo laico
noto come Sionismo evidenziando un programma comune seppur con esiti diversi:
“il messianesimo sionista, razionale-laico, nonostante il contrasto con gli
ambienti religiosi ha conseguito il successo politico di ricostruire la Nazione ebraica, mentre il
messianesimo dei zeloti, a causa della sua tenace utopia, ha ignorato i
rapporti di forza esistenti, conducendo Gesù sulla croce…”. Solo verso la metà
del XIX secolo, Giuda si emancipa dai Vangeli canonici per la progressiva
separazione fra Chiesa e Stato venendo tuttavia “riciclato nella dimensione
dell’antisemitismo razziale, che conquisterà tutta l’Europa”. Nel capitolo
“Ripensare Giuda” rivolgendosi direttamente al pellegrino che visiterà Israele
non manca un interessante richiamo all’attualità. Ricordando la visita del 2014
di papa Bergoglio l’autore stigmatizza il silenzio del pontefice sul terrorismo
arabo sdoganato con la sua visita pastorale a Betlemme alla barriera difensiva
eretta da Israele e sulla precarietà della vita dei cristiani nei territori
palestinesi. Canetti conclude questo capitolo auspicando che il pellegrino in
visita in Terra Santa possa trarre dal suo studio su Giuda una valutazione
scevra da pregiudizi e una conoscenza storica più corretta di questo
personaggio biblico perché, scrive l’autore – “Ogni cristiano dovrebbe benedire
il tradimento fraterno di Giuda, in quanto preludio alla realizzazione delle
potenzialità messianiche, presenti nel messaggio ebraico di Gesù. La vita di
Giuda era legata a quella del suo Maestro-Rabbino, che trovò la morte sulla
croce di Roma, perché acclamato dal popolo Messiah Re d’Israele. Due ebrei
zeloti lasciavano il mondo, sconfitti nelle loro aspirazioni di libertà”. Corredato
dal Vangelo di Giuda, con un esaustivo commento, e da un’interessante indagine
statistica sul personaggio di Giuda Iscariota effettuata sia in ambito ebraico
che cristiano, il saggio di Fulvio Canetti è uno studio prezioso che
illuminando la figura di questo personaggio biblico, per molti ancora
controverso, ci offre un’opportunità unica per liberare la mente dai
pregiudizi, dall’odio verso il popolo ebraico e la loro Patria e, attraverso la
conoscenza, “far vincere la verità sull’invenzione malintenzionata che vuole,
in definitiva, la sparizione dalla storia del Popolo Eletto”. Non possiamo
dimenticare che senza la reiterata propaganda del tradimento di Giuda e della
falsa accusa di deicidio, messa in atto dalla narrazione antigiudaica del
cristianesimo, l’odio antisemita che ha invaso tutta l’Europa dall’800 in poi
non avrebbe trovato un terreno tanto fertile per opprimere e perseguitare con
ogni mezzo il popolo ebraico.
Non mi aveva mai convinto che Giuda fosse un traditore, piuttosto un ambasciatore mandato da Gesù ai sacerdoti con un messaggio di pace,
RispondiEliminama avidità e potere non conoscono giustizia.