giovedì 9 maggio 2019

GIUDA ISCARIOTA E GESU'




Akèldama. Il campo di Giuda
Fulvio Canetti
Prefazione di Sergio Magaldi
Postfazione di Edoardo Recanati
Tipheret euro 10


“E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio” Albert Einstein


E’ rivolto ai pellegrini di Terra Santa l’ultimo lavoro che Fulvio Canetti, medico-chirurgo proveniente da una famiglia di origini sefardite, dedica a Giuda Iscariota, uno dei dodici discepoli che secondo la versione dei vangeli Sinottici tradì Gesù per trenta denari e per questo passato alla storia come l’uomo simbolo del tradimento. Se nel precedente saggio “Amare Israele” l’autore, sulla base dello studio di testi canonici e cristiani, confuta la tesi infondata del “deicidio” di Gesù che secondo gli evangelisti sarebbe da ascrivere agli ebrei, in quest’ultima opera pubblicata dalla casa editrice Tipheret con il titolo “Akèldama” (termine aramaico per “campo di sangue”) analizza con rigore storico la figura di Giuda, il cui nome significa lode mentre per Iscariota si intende uomo di Kariot, un villaggio situato nelle vicinanze di Gerusalemme. Personaggio chiave per la comprensione della storia di Gesù accaduta a Gerusalemme durante il governo di Ponzio Pilato, uomo spietato e non debole o opportunista come ritratto dagli evangelisti, Giuda, additato nel corso dei secoli come il paradigma del popolo ebraico, rappresenta agli occhi degli antisemiti il trait d’union fra il deicidio operato dagli ebrei e l’immagine dell’ebreo falso e traditore. Uno stereotipo che alimenta pregiudizi in ambito cristiano e non solo duri a morire. Tuttavia il ritrovamento del vangelo di Giuda negli anni Settanta e la successiva pubblicazione nel 2006 - la cui importanza storica è enorme perché oltre ai rapporti fra Giuda e Gesù getta luce sugli sviluppi delle Comunità cristiane, prima sconosciuti – ha contribuito a riconsiderare la figura del tesoriere tra gli apostoli di Gesù. Chi era dunque Giuda Iscariota? Partendo dalla prospettiva dell’innocenza di Giuda l’autore offre al lettore uno spaccato storico minuzioso della vita dell’uomo che Gesù scelse come tesoriere “per la sua ponderatezza e capacità nell’amministrare il denaro comune”, del legame con il Maestro, dell’ambiente in cui è vissuto, del suo percorso umano e politico, del presunto tradimento e della sua morte restituendoci l’immagine di un personaggio ben diverso da quello ritratto dagli evangelisti, accolto e propagandato dal mondo cristiano. Giuda che amava profondamente Gesù lo convinse a salire a Gerusalemme per affrontare il potere politico-religioso che calpestava la libertà in modo che il popolo lo acclamasse Messiah, trovando così il movente per ribellarsi a Cesare. Come ricostruisce Canetti il piano di Giuda, concordato con il suo stesso Maestro, consisteva nel far sì che Gesù venisse arrestato nel giorno precedente la Pasqua ebraica quando molti pellegrini ebrei confluivano a Gerusalemme per celebrare la festività e che il popolo, a quel punto, insorgesse contro Roma e la classe sacerdotale corrotta e collaborazionista. Un disegno utopico, un atto di sfida che portò alla sconfitta totale. L’ingenuità di Giuda - che aveva in comune con Gesù la militanza zelota e che lo aveva portato a credere che il popolo guidato da un capo carismatico come Gesù si sarebbe ribellato ai Romani - fu anche l’origine del rimorso che lo indusse al suicidio nel campo del Vasaio, consapevole di aver provocato la morte del Maestro. Dopo un accurato quadro storico analizzando la figura di Giuda nell’immaginario cristiano l’autore argomenta come le allusioni alla cupidigia e all’avarizia di Giuda, identificato dai padri della Chiesa con i Giudei, abbiano creato nella mente dei fedeli cristiani uno stereotipo ebreo che sarà il motore principale dell’antisemitismo fino ai giorni nostri. Canetti prosegue con una riflessione originale sul rapporto fra messianesimo zelota del tempo di Gesù e moderno messianesimo laico noto come Sionismo evidenziando un programma comune seppur con esiti diversi: “il messianesimo sionista, razionale-laico, nonostante il contrasto con gli ambienti religiosi ha conseguito il successo politico di ricostruire la Nazione ebraica, mentre il messianesimo dei zeloti, a causa della sua tenace utopia, ha ignorato i rapporti di forza esistenti, conducendo Gesù sulla croce…”. Solo verso la metà del XIX secolo, Giuda si emancipa dai Vangeli canonici per la progressiva separazione fra Chiesa e Stato venendo tuttavia “riciclato nella dimensione dell’antisemitismo razziale, che conquisterà tutta l’Europa”. Nel capitolo “Ripensare Giuda” rivolgendosi direttamente al pellegrino che visiterà Israele non manca un interessante richiamo all’attualità. Ricordando la visita del 2014 di papa Bergoglio l’autore stigmatizza il silenzio del pontefice sul terrorismo arabo sdoganato con la sua visita pastorale a Betlemme alla barriera difensiva eretta da Israele e sulla precarietà della vita dei cristiani nei territori palestinesi. Canetti conclude questo capitolo auspicando che il pellegrino in visita in Terra Santa possa trarre dal suo studio su Giuda una valutazione scevra da pregiudizi e una conoscenza storica più corretta di questo personaggio biblico perché, scrive l’autore – “Ogni cristiano dovrebbe benedire il tradimento fraterno di Giuda, in quanto preludio alla realizzazione delle potenzialità messianiche, presenti nel messaggio ebraico di Gesù. La vita di Giuda era legata a quella del suo Maestro-Rabbino, che trovò la morte sulla croce di Roma, perché acclamato dal popolo Messiah Re d’Israele. Due ebrei zeloti lasciavano il mondo, sconfitti nelle loro aspirazioni di libertà”. Corredato dal Vangelo di Giuda, con un esaustivo commento, e da un’interessante indagine statistica sul personaggio di Giuda Iscariota effettuata sia in ambito ebraico che cristiano, il saggio di Fulvio Canetti è uno studio prezioso che illuminando la figura di questo personaggio biblico, per molti ancora controverso, ci offre un’opportunità unica per liberare la mente dai pregiudizi, dall’odio verso il popolo ebraico e la loro Patria e, attraverso la conoscenza, “far vincere la verità sull’invenzione malintenzionata che vuole, in definitiva, la sparizione dalla storia del Popolo Eletto”. Non possiamo dimenticare che senza la reiterata propaganda del tradimento di Giuda e della falsa accusa di deicidio, messa in atto dalla narrazione antigiudaica del cristianesimo, l’odio antisemita che ha invaso tutta l’Europa dall’800 in poi non avrebbe trovato un terreno tanto fertile per opprimere e perseguitare con ogni mezzo il popolo ebraico.



Giorgia Greco [Recensione pubblicata il 9 maggio 2019 su www.informazionecorretta.com ]


1 commento:

  1. Non mi aveva mai convinto che Giuda fosse un traditore, piuttosto un ambasciatore mandato da Gesù ai sacerdoti con un messaggio di pace,
    ma avidità e potere non conoscono giustizia.

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