Oggi ha inizio la 24.ma giornata della Serie A, ma si può
dire che la gara tra le milanesi (da me annunciata un paio di mesi fa) per la
conquista dello scudetto si sia ormai conclusa a favore dell’Inter che, dopo la
vittoria nel derby e senza impegni nelle coppe europee, si avvia a vincere il
suo 19.mo scudetto (compreso quello sottratto alla Juve nel 2006 per
discutibile decisione federale), dopo l’ultimo vinto con Mourinho nel 2010. Non
sono tanto i 4 punti di distacco del Milan ad essere decisivi, ma il fatto che
i rossoneri nelle ultime uscite siano apparsi in crisi di gioco e di risultati,
tant’è che a stento si qualificano per gli ottavi di Europa League dopo i due
pareggi con la Stella Rossa di Belgrado.
E le altre squadre? La Juventus si gioca oggi a Verona le ultime possibilità di rientrare nella lotta scudetto, ma sono chances puramente teoriche perché, anche vincendo questa sera e nel recupero di cui non è stata ancora fissata la data, i campioni d’Italia in carica resterebbero comunque a 5 punti di distacco dall’Inter. E non solo. Dopo le sconfitte con Napoli e Porto, in cui i bianconeri hanno evidenziato mancanza di idee e carente organizzazione di gioco, fatta di possesso palla nella propria metà campo, lanci orizzontali, reiterati passaggi indietro al portiere (da uno dei quali scaturisce il primo goal del Porto), e complicate rotazioni che provocano ridicoli scontri tra gli stessi giocatori, c’è infatti poco da sperare. Del resto, anche l’ultima vittoria in Campionato contro il Crotone, si deve al solo Ronaldo, dopo circa quaranta minuti di gioco come sempre stucchevole. Non tutte le responsabilità, tuttavia, sono da attribuire al “predestinato”. La rosa della Juve, benché sopravvalutata dai media, non ha alternative paragonabili a quelle della rosa dell’Inter e la squadra soffre in questo momento le assenze di qualità, soprattutto quella di Cuadrado – il solo capace di saltare gli avversari e uno dei pochi a correre e fornire assist per gli attaccanti – oltre a quelle di Dybala e di Arthur. In più: Morata, unica punta, peraltro in prestito, è da tempo in calo di forma, forse per motivi fisici, e questa sera non ci sarà a Verona, ma va anche detto che dopo lo straordinario inizio, lo spagnolo è rientrato nel suo standard abituale, segnando poco in Campionato, così come è sempre stato e come era lecito attendersi. I centrocampisti presi a parametro zero non stanno rendendo per quello che sono pagati e persino tra i difensori ci sono problemi per i ripetuti infortuni e la mancanza di alternative. Se sei “costretto” a servire, con tutto il rispetto, Frabotta con Fagioli, non puoi competere per lo scudetto e tantomeno per la Champions. E pensare che sono stati ceduti giocatori come Romero, Cancelo, Spinazzola e Kean che stanno facendo la fortuna delle squadre in cui giocano.
Anche la Roma ha i suoi problemi, con la difesa praticamente fuori gioco per infortuni, e con l’ostinazione dell’allenatore a non voler vedere che, insieme alla Lazio, ha forse il miglior centrocampo del Campionato (Villar, Veretout e Diawara), che invece si limita a far giocare solo in Europa League, peraltro con ottimi risultati. Comunque, se la Roma domani dovesse battere il Milan (purtroppo in 7 partite con le altre sei del vertice della classifica ha ottenuto solo 3 punti), recuperare presto la difesa titolare e convincersi finalmente a schierare tutti e tre i centrocampisti anche in Serie A, forse potrebbe ancora dire la sua, se non altro per il gioco brillante che spesso mette in mostra. Troppe le condizioni, però, prima fra tutte la vittoria sul Milan: per quanto i rossoneri siano in leggero declino, Cristante e Fazio (probabili centrali di difesa con Mancini) riusciranno a fermare Ibrahimovic?
Poco da dire sulle altre: il Napoli, con molti infortuni, è
già troppo attardato in classifica, la Lazio non ha alternative valide con cui
sostituire i pur bravi titolari. Resta l’Atalanta, ma per la sua incostanza,
difficilmente sarà in condizione di lottare per la vetta della classifica,
anche se negli scontri diretti con le altre sei (Le prime quattro andranno in
Champions, le restanti tre in Europa League), su sette partite giocate vanta 14
punti, preceduta solo dall’Inter che ne ha 15 ma in otto partite giocate
(seguono in questa speciale classifica: la Lazio con 11 punti in otto partite,
il Milan con
La mia impressione è che tra oggi e domani il Campionato pronuncerà altri verdetti, forse definitivi e qualche squadra che ha sempre annunciato di voler lottare per lo scudetto dovrà cominciare a pensare di battersi per raggiungere almeno il quarto posto utile per partecipare alla Champions dell’anno prossimo.
sergio magaldi