venerdì 31 agosto 2018

NOTE SULLA QABBALAH: parte XIV, creazione o esistenza "ab aeterno" del mondo?





SEGUE DA:




NOTE SULLA QABBALAH: parte IV, l’uno e le porte della conoscenza (clicca sul titolo per leggere)

NOTE SULLA QABBALAH: parte V, l’uno e l’unificato (clicca sul titolo per leggere)










Avvertenza: per leggere le lettere ebraiche occorre il font hebrew


CREAZIONE O ESISTENZA ab aeterno  DEL MONDO?

 Se il male entrò nel nostro universo, spiega lo Zohar, fu proprio a causa di questi mondi distrutti e non bilanciati, [perché emanati solo dal lato sinistro dell’albero] di cui è ancora rimasta traccia. È questa la cosiddetta corteccia [qliphah] dell’albero dell’emanazione  e questi gusci o scorze [qliphoth] si trasformano nel regno del male fisico, morale e metafisico senza tuttavia formare una realtà assoluta ma soltanto relativa. Questa concezione presente nello Zohar, anche con diverse accentuazioni, è già alla base della qabbalah luriana e delle sue più importanti dottrine, quali lo tzimtzum o “contrazione”, la shevirah o “rottura dei vasi”, il tiqqun o “restaurazione”.

 L’esilio di Safed, dopo l’espulsione degli ebrei dalla Spagna, determinò un clima di grande spiritualità tra gli studiosi di Qabbalah, con l’intensificarsi della diffusione dello Zohar e in particolare con la riflessione sul tema della creazione, sul male, sulla restaurazione dell’ordine divino che la colpa di Adamo e la contemporanea emanazione dal lato sinistro dell’albero sephirotico avevano contribuito ad esiliare dal mondo.  Yitzhak Luria [1534-1572], che insieme a Mosheh Cordovero [1522-1570] fu tra i più noti cabbalisti di Safed, tornò su un tema che aveva a lungo occupato la speculazione della Qabbalah storica e che riguardava i primi versetti del Bereshit e la questione sulla quale, prima ancora dei cabbalisti provenzali e sefarditi, si era a lungo intrattenuto Maimonide (1135-1168),[1] rivendicando la creazione ex nihilo in polemica con Aristotele che aveva sostenuto l’esistenza ab aeterno del mondo.[2] Luria, per la verità, lo fa alla sua maniera, senza intervenire nella polemica, ma introducendo un concetto che avrà molta fortuna nella Qabbalah. La creazione – a suo giudizio – non rappresentò l’ingresso di Dio nel mondo ma esattamente il suo contrario, con una contrazione [Tzimtzum] che lasciava libero un punto di sé come Totalità e che da quel momento sarebbe divenuto l’universo abitato. L’esigenza di Luria consisteva nel conciliare l’infinito col finito e implicitamente spegneva ogni polemica circa una creazione ex nihilo o ab aeterno, in quanto, se per un verso lo spazio-tempo lasciato libero era ciò che prima non esisteva, e dunque  in un certo senso è generato ex nihilo, per altro verso quello stesso punto è l’infinito esistente ab aeterno, divenuto altro da sé. Per quanto finito, infatti, l’universo generatosi da quel punto reca in sé la primitiva luce divina che in cerchi concentrici si va diffondendo nella manifestazione.




[1] Mosheh  Maimonide,  cordovese, medico e filosofo di grande fama. La sua maggiore opera è La Guida degli smarriti, terminata di scrivere in arabo nel 1190 e tradotta in ebraico nel 1204. La sua vasta opera è in realtà l’interpretazione della legge ebraica (Halakhah) e dei fondamentali concetti biblici secondo il metodo aristotelico, anche se egli non concorda con Aristotele circa l’esistenza ab aeterno del mondo. Nella maggior parte dei casi –dice Maimonide- non c’è contraddizione tra fede e ragione, in altri casi anche se la ragione non è in grado di provare alcune verità di fede, può almeno provare l’infondatezza delle tesi opposte. “Io credo –dice Maimonide- (Guida, I, 71) che il vero metodo che elimina il dubbio consiste nello stabilire l’esistenza di Dio, la sua unità e la sua incorporeità coi procedimenti dei filosofi, procedimenti fondati sull’eternità del mondo. Ciò non perché io creda all’eternità del mondo o faccia a questo proposito qualche concessione; ma perché soltanto con questo metodo la dimostrazione diventa sicura e si ottiene certezza su tre punti: 1) che Dio esiste 2) che è uno 3) che è incorporeo, senza che importi decidere nulla rispetto al mondo cioè se esso sia eterno o creato…” Più avanti, tuttavia (Guida II, 19), Maimonide nega la necessità dell’Essere e dunque l’eternità del mondo dicendo che il mondo avrebbe potuto essere diverso da quello che è e se, dunque, è quello che è, ciò è dovuto ad una libera scelta di Dio, una scelta creatrice:“Se al di sotto della sfera celeste vi è tanta disparità di cose, nonostante la materia sia una, tu puoi dire che tale disparità è dovuta all’influenza delle sfere celesti e alle posizioni differenti che la materia assume di fronte ad esse, come ha insegnato Aristotele. Ma la diversità che esiste tra le sfere stesse, chi ha potuto determinarla, se non Dio?(…) Dio ha determinato la direzione e la rapidità del movimento di ciascuna sfera, ma noi ignoriamo il modo in cui, nella sua saggezza egli ha effettuata la cosa”.

[2]Si è osservato da più parti che “barà”, tradotto quasi sempre nel primo versetto del Genesi con “creò”, nei testi preesilici dell’Antico Testamento si riferisce al gesto di operare qualcosa di straordinario a partire da qualcosa che già c’è. In Ancient Hebrew Research Center è presente un articolo di Jeff Barner nel quale si sostiene che il termine “barà” non significa “creò”, ma “riempì”, nel senso che in principio Dio riempie di vita il cielo e la terra. Avraham Israel, biblista ed esperto di ebraismo, sostiene il medesimo concetto [cioè che Dio non creò], ma attribuisce a “barà” il significato di dividere, separare, per cui il primo versetto va così riscritto: “In principio Elohim separò il cielo e la terra”. Egli indica alcuni versetti biblici [soprattutto Genesi] in cui “barà” è utilizzato con questo stesso significato:

Il Cielo e la Terra (Gen 1:1) בראשית ברא אלהים את השמים ואת הארץ

I grandi rettili/dinosauri (Gen 1:21) ויברא אלהים את התנינם הגדלים

L'uomo (Gen 1:27) ויברא אלהים את האדם

Il sesso (Gen 1:27) זכר ונקבה ברא אתם
    
    I corpi celesti (Isaia 40:26) מי ברא אלה המוציא במספר צבאם



 [ S E G U E ]

sergio magaldi

lunedì 20 agosto 2018

SHEKINAH nel romanzo L'AMORE CONSAPEVOLE




 Con Shekinah si fa riferimento alla presenza divina nel mondo. L’infinita lontananza tra l’uomo e Dio della religione ebraica, e quella tra gli esseri umani ed Ein Soph Aur della Qabbalah, giustificano la presenza di un concetto – meglio sarebbe dire di una intuizione e/o di una emozione fondamentale – capace di mediare il rapporto tra il relativo e l’assoluto. Così per esempio nel romanzo L’amore consapevole:

p.32
Stolto è l’uomo che non vede la Shekinah
quando si unisce alla sua donna! Anche se il seme gli
genera figli, la sua goccia sarà stata sparsa per niente, egli
sarà più lontano dal regno dei cieli e noi con lui! [Lettera
sulla Santità, cap. II]. Ma per colui che la guarda in viso
[la Shekinah], e per noi tutti, sarà come se Terra e Cielo
si unissero e l’uomo e la donna saranno santi perché il Padre
è Santo [Levitico, 20,26; Lettera sulla Santità, cap. I].


Per quanto la Shekinah si leghi in modo indissolubile con Israele e con il suo Dio, può ben dirsi universale in quanto manifesta l’anelito umano verso la trascendenza. Così, ogni comportamento come del resto ogni sentimento – l’amore in particolare – può essere concepito come fine a se stesso o come altro da sé, più precisamente come un tentativo di cogliere l’assoluto nella manifestazione. Da questo punto di vista la Shekinah sembra comprendere insieme il concetto cristiano di Grazia e quello di Illuminazione che caratterizza un po’ tutte le tradizioni orientali. Così in L’amore consapevole:

p.111
Cosa lo turba veramente?
Sa che Shekinah è la presenza di Dio nel mondo, l’unico collegamento capace di accorciare l’infinita distanza tra l’uomo e
il suo creatore, il simbolo della figura femminile che dall’Alto
intercede per l’uomo. L’archetipo celeste ha il suo corrispettivo
terrestre nell’amore e il direttore coltiva l’illusione che la
Shekinah che gli invia i messaggi sia una donna e che sia sincera.
Una voce, un volto, un corpo che lo avvicini all’Assoluto.
Ma qualcosa nella coscienza lo agita, e non è tanto l’impossibilità di conoscere la vera identità della donna che continua a inviargli messaggi, neppure è l’alone di sacralità che circonda la creatura che Dio ha scelto per l’uomo.


Di peculiare, tuttavia, la Shekinah tende sempre più ad assumere immagini terrene e/o antropomorfiche e, per strano paradosso, questo proprio all’interno di una tradizione che esclude categoricamente ogni rappresentazione del divino. Ciò è vero non soltanto nella Qabbalah – dove Shekinah è spesso identificata con la Sephirah Malkhut [ il Regno, la Terra] – ma persino nei testi della tradizione rabbinica dove si parla “dell’incontro dei singoli con il volto della Shekinah”. E sebbene questo volto non possa essere rappresentato, né la luce emanata sostenuta da occhio umano, la percezione di Shekinah si viene sempre più delineando in forme umane femminili, capaci di intercedere tra Dio e l’uomo, proprio come è detto in L’amore consapevole:

p.73
Caro direttore, vedo bene che mi dai la caccia, ma io non sono
nessuna delle donne che frequenti abitualmente. Perché mi fai
questo? Perché non ti avvicini a me lieto e paziente, facendo
volentieri quello che ti chiedo? Ti agiti e sei in preda all’angoscia nel desiderio di dare un volto alla tua Shekinah, avido di possedere il suo corpo, di trattenere il suo spirito. Io sono già tua, né mai potrò essere di altri

p.196
Ben‘Azzay guardò e morì. Contemplò il volto raggiante della
Shekinah, come un uomo debole di vista che contempla direttamente
la piena luce del sole e i suoi occhi si offuscano, tanto da
essere accecati dall’intensità della luce che si effonde su di lui.

p.282
In particolare quando lo sentì affermare che la donna nei romanzi
di Kafka ha l’insostituibile funzione di Aiuto, cosi come
la Shekinah nella tradizione ebraica si pone come la figura
femminile che dall’Alto intercede per l’uomo.

Oppure come scrive Virginia in una lettera dello stesso romanzo:

p.327
“(…)ricordi quando mi parlavi di Kafka e della Shekinah e poi,
quando hai cominciato a studiare il tedesco, la frase che ripetevi
spesso? Io me l’ero appuntata sul diario che allora tenevo e che
ancora conservo: “Das Ewig-Weibliche, Zieht uns hinau”, forse
perché speravo davvero di essere per te “L’eterno femminino che
ci attira in alto”, proprio come dice Göethe. Allora però non facevi sul serio… c’era tanto scetticismo nel tuo sguardo quando
pronunciavi quella frase e io vi leggevo solo il gusto di una bella citazione! Oggi si direbbe che tu la prenda sul serio, che credi davvero nell’esistenza di una donna che somigli a Shekinah (…)”.

 La rappresentazione antropomorfica della Shekinah è anche alimentata dallo sdoppiamento che il suo concetto assume nello Zohar: da una parte la Shekinah superiore identificata con la Sephirah Binah, dall’altra quella inferiore rappresentata da Malkhut, nonché dal suo carattere unitivo e insieme conoscitivo che l’avvicina a Da’at-Consapevolezza che, senza essere una Sephirah, si trova sull’Albero della vita celata tra le Sephirot Binah e Hokmah. Così in L’amore consapevole:

p.68
Gli tornò in mente Il Vangelo di Lazzaro. Anche
Yeshu aveva praticato l’alchimia, quella egizia di Ermete
Trismegisto, al tempo in cui frequentava ad Alessandria
la comunità di Apollodoro. E anche dopo, in Israele,
con le sorelle della propria comunità, almeno a giudicare
dalle parole di Salomé: “Chi sei veramente tu che hai preso
posto nel mio giaciglio?…”. Finché non aveva incontrato lei,
Myriam o Maddalena, la sua Shekinah, e con lei era diventato
uno.

p.194
un’angoscia sottile e densa come nebbia lo pervade di giorno e di
notte, nell’impossibilità di dare un volto alla fidanzata informatica che lo sollecita di continuo a fare anima. Lei conosce
le sue azioni, ne indovina i pensieri più reconditi, parendo
cosi poco una creatura terrestre, e sempre più somigliando
al suo modello celeste: la Shekinah divina, senza la
cui presenza il mondo è una landa desolata e sanguinante.

p.203
Shekinah conosce i suoi pensieri e le sue azioni. Lo blandisce, lo rimprovera,lo eccita. Lo fa vergognare delle proprie debolezze
e lo consola. Ormai confida unicamente in lei e non pensa
più che si tratti di una burla. Di tanto in tanto si chiede:
come fa a sapere? E la risposta non e più il tentativo di scoprire
quale donna tra quelle di cui si circonda si nasconda
dietro Shekinah. Sa che nessuna donna di carne e sangue
conosce il suo animo come a lei è concesso.

p.206
La luce di Shekinah annientò Ben‘Azzay ed egli la contemplò
per il suo desiderio di unirsi a lei e goderne senza fine. Dopo essersi unito a lei, Ben‘Azzay non volle più separarsi da quell’irradiazione dolce e rimase immerso e occultato entro di lei. La sua anima fu incoronata e adornata da quella stessa irradiazione, da quello splendore che nessun uomo può raggiungere senza poi morire, com’è scritto in Esodo 33,20: “Perché nessun uomo Mi vedrà e vivrà”…

 La Shekinah ha, per così dire, anche una funzione “morale e didascalica” che dispensa premi e castighi: la sua presenza rende fruttuose le azioni degli esseri umani e, in particolare, felice l’unione sessuale, la sua assenza produce inevitabilmente il contrario. Così nel romanzo:

pp.41-42
“Nel possedere una donna – e scritto nella Lettera sulla Santità – non farlo contro la volontà di lei, e non usarle violenza, giacché
se l’unione carnale avviene senza tanta passione, senza amore né desiderio, la Shekinah non vi assiste…”.

p.208 
Dell’amore consapevole la Shekinah era la fonte, la fanciulla
che intercedeva dall’Alto per portare agli uomini la buona novella: un modo diverso di intendere e di fare l’amore
che avrebbe d’ora in avanti rivoluzionato la relazione
uomo-donna e la stessa convivenza umana.

pp.204-205
dopo l’ultimo breve Avvertimento di Azrael che,
nell’occasione, aveva utilizzato le parole di Dio contenute
nel I libro dello Zohar:
“IO UCCIDO CON LA MIA SHEKINAH CHI E’
COLPEVOLE E FACCIO VIVERE INVECE CHI LO MERITA"













R E C E N S I O N E di Stefano Pica:

L'Amore Consapevole di Sergio Magaldi è più di un semplice romanzo,classificarlo come letteratura erotica (come taluni hanno fatto) è una valutazione estremamente riduttiva e persino banale. Ci troviamo davanti ad un saggio travestito da romanzo, o meglio ad un romanzo a tre dimensioni perché a partire dalla copertina presenta interessanti elementi strutturali. Un insieme di grattacieli, raffigurati nella copertina, dall'aspetto freddo e opprimente, sembrano voler offuscare la vista e togliere luce e respiro, ma anche invitare il lettore ad una introspezione segreta. Tale immagine troverà in alcuni passi del libro una riproduzione fedele di questa sensazione visiva. Altro elemento che sembra avvalorare l'ipotesi di un libro a tre dimensioni è l'inizio del testo che comincia dalla pagina "7" e non dalla pagina "1" come sarebbe stato per un qualsiasi altro libro... la cosa non sembra casuale, ma forse rimanda alla mistica esoterica legata al numero 7: le 7 armature, o i 7 chakra, o i 7 pianeti coinvolti nel processo alchemico? Forse è un richiamo al concetto di Risveglio? Da notare inoltre che nel testo si parla del Vangelo di Lazzaro che se vogliamo è il "Risvegliato" dal verbo incarnato di Gesù. Un'altra cosa interessante (che avvalorerebbe l'ipotesi della struttura tridimensionale del libro) sono i riferimenti bibliografici ai vangeli che parlano del Cristo storico e che terminano proprio a pag.33 cioè agli anni in cui Gesù sarebbe morto sulla croce.

Al di là degli aspetti strutturali del testo decisamente interessanti, il vero protagonista del romanzo è l'Amore che si affaccia nel "chiaroscuro" dell'esistenza di un editore in procinto di pubblicare un libro rivoluzionario e pericoloso per alcuni, che parla del Vangelo di Lazzaro e dell'Amore consapevole. Un amore consapevole che lo stesso editore insegue senza mai riuscire a raggiungerlo, trascinandosi in congiunzioni carnali di vario tipo, passando persino per la rigorosa disciplina del Dao di cui però sembra non aver bisogno. Molto intenso è di sicuro lo scambio epistolare del protagonista della storia con una sua vecchia amante di cui aveva perso le tracce, un amore perduto, ma mai dimenticato che sembra il dialogo di un uomo con la propria anima, lacerata dal ricordo. Un'anima in bilico tra la realtà e il sogno, tra la rivelazione e il silenzio, accompagnata in questa avventura dalla presenza della Shekinah e del suo opposto Azrael, angelo della morte, che si manifesteranno entrambi nella vita del protagonista con i loro moniti e le loro intenzioni. La donna ritrovata, amore di un tempo che si chiama Virginia richiama alla mente la Vergine che domina la Luna e il Serpente. Si tratta di un libro profondo che spinge il lettore ad approfondimenti ipertestuali che di sicuro lo sorprenderanno e che lo spingeranno ad interrogarsi sul proprio modo di vivere o sognare l'Amore. Oltre ad essere un piacevole romanzo,L'Amore Consapevole contiene in se il tentativo, ben riuscito, di costringere il lettore ad una introspezione, che vale quanto una seduta psicoanalitica, su cosa sia veramente l'amore consapevole, su cosa sia il "desiderio di assoluto" che può essere un veleno mortale per l'amore stesso e sul rapporto che intercorre tra una "nota e la sua ottava superiore"... un estremo atto creativo che raggiunge l'assoluto in un abbraccio erotico.

Stefano Pica

Articolo del 9 luglio 2018 da:




Recensione e visione chiaroveggente del libro “L’Amore Consapevole” di Sergio Magaldi

 

di Enzo Di Frenna



Curiosa recensione, questa. Parlerò di contenuti letterari e di energie invisibili intorno ai manoscritti. Mi dà lo spunto il libro “L’Amore consapevole” di Sergio Magaldi [...] presentato a Roma il 1 giugno 2018 presso il l’istituto Sant’Orsola, a cui ho partecipato come relatore [...]
In quella occasione 
ho potuto rivelare in pubblico ciò che avevo scoperto anni fa [...]. Ho infatti spiegato agli intervenuti che i libri hanno un campo energetico invisibile. Possiedono cioè un’aura eterica, astrale e psichica (quest’ultima connessa alle energie astrali e psichiche dell’autore) ed infine l’energia eterica dei libri è colorata. Inoltre è possibile osservare un libro con la vista chiaroveggente e intuire cosa contiene, quale “messaggio” emana. In alcuni casi i manoscritti possono essere connessi anche a entità invisibili benefiche o malefiche, ma questo è un argomento più complesso ed esula dalla centralità di questo articolo.
Sulla visione chiaroveggente del libro “L’Amore consapevole” ho mostrato al pubblico alcune slide [...],
 ma prima è doveroso dare spazio all’aspetto letterario, cioè alla recensione del libro [...]: dico subito che è un formidabile thriller psicologico, un testo ricco di sapienza antica, intrecciata anche con l’erotismo, che mette al centro la figura dell’uomo e della donna come archetipi.

IL VANGELO DI LAZZARO E L’INTRIGO INTERNAZIONALE MASSONICO.

Il thriller inizia con la scoperta di un antico manoscritto, il Vangelo di Lazzaro, che mostra un Gesù iniziato ai misteri alchemici e mistici. Un’altra figura centrale di questo “vangelo rivelato” è Myriam, cioè Maria Maddalena, la compagna di Gesù sul percorso iniziatico. In breve: un uomo e una donna. E poi il tema dell’amore consapevole. Da qui parte la narrazione e il simbolismo che, da millenni, ruota intorno alle due principali energie da cui scaturisce la vita: il femminile e il maschile. Dall’unione consapevole di queste due entità spirituali, specialmente nell’atto sessuale, si manifesta ogni volta l’atto sacro della creazione. Se il messaggio solare del “Vangelo di Lazzaro” [...] fosse diffuso su scala globale, il mondo sarebbe attraversato da una rivoluzione e diverrebbe un luogo migliore in cui vivere, e non più quella società mercantilistica, capitalistica, neoliberista, elitaria, che ha trasformato tutto in merce di consumo, compreso il sesso.
Il protagonista del libro è un direttore editoriale, che è coinvolto suo malgrado in un intrigo internazionale: qualcuno vuole impedirgli la pubblicazione di testi rivoluzionari attraverso la casa editrice Chiaroscuro. Dietro a una misteriosa donna, che si firma 
Shekinah, si sviluppa l’intero thriller. Chi pedina il direttore editoriale? Cosa vuole ottenere l’organizzazione segreta che esegue gli ordini dell’Eminentissimo? Quale ruolo ha la massoneria mondiale in questo romanzo?
Come ho detto in pubblico al Sant’Orsola, questo libro racchiude molti messaggi. Ci vorrebbero ore per parlare dei vari aspetti che affronta. Non soltanto rispetto al 
rapporto tra uomo e donna, il sesso e l’amore consapevole, ma anche per quanto riguarda l’egemonia della massoneria neoaristocratica e controiniziatica che vuole dominare il mondo con la finanza globale (e infatti l’Autore cita una fantomatica moneta unica mondiale, il Globus) ed il ruolo degli uomini di cultura, gli intellettuali, gli editori, che sono certamente più vicini agli ideali della massoneria progressista e democratica, che contrasta il piano imperiale delle super logge sovranazionali oligarchiche e si batte per i valori di democrazia, libertà, fratellanza e benessere di ognuno. Basti pensare che, già solo la copertina scelta per “L’Amore consapevole”, contiene simboli per i quali si potrebbe parlare a lungo. Infatti, chi è attento ai dettagli, nota subito che in copertina vi sono due enormi grattacieli, due torri, due colonne… come le colonne dei templi massonici. L’immagine raffigura un’ambientazione stilistica americana, con due edifici che  ricordano le Torri Gemelle abbattute da un discusso attentato terroristico, orchestrato in realtà da organizzazioni segrete che riconducono proprio alle superlogge massoniche neoaristocratiche. Perché questa scelta? Che relazione c’è tra le due torri e l’amore consapevole? Si potrebbe pensare che nella scelta delle due colonne l’Autore ha voluto rappresentare le due Grandi Energie che muovono il mondo: il femminile e il maschile. Oppure, oltre a questa ipotesi, si celano altri messaggi – anche e sopratutto all’interno del libro – decifrabili solo da chi ha accesso a chiavi di lettura sapienziali. Pongo ad esempio alcune domande: c’è all’interno del romanzo un messaggio tra organizzazioni massoniche? C’è un parallelismo tra le Edizioni Chiaroscuro (realtà immaginaria) e la Chiarelettere Edizioni (esistente realmente in Italia) che ha pubblicato nel 2014 il titanico libro di Gioele Magaldi (il figlio di Sergio), “Massoni, società a responsabilità illimitata: la scoperta delle Ur-Lodges“, che rivela per la prima volta l’esistenza di organizzazioni massoniche sovranazionali neoaristocratiche che vogliono dominare il mondo attraverso un imperialismo finanziario antidemocratico? C’è forse una connessione tra la collana di libri “rivoluzionari” che la Chiaroscuro Edizioni vuole pubblicare per rinnovare il mondo (fermando implicitamente i piani degli imperialisti) e la collana di libri annunciata da Gioele Magaldi nel libro “Massoni” (pubblicato da Chiarelettere Edizioni) che mira a sconvolgere, scoperchiare e fermare i piani occulti del potere mondiale? Chissà…

DAL PRANIC HEALING ALLA PERCEZIONE DELLE ENERGIE INTORNO AI LIBRI.

Prima di descrivere il campo di energia invisibile presente intorno al libro “L’Amore consapevole”, riporto qui la stessa premessa che ho fatto ai miei uditori al Sant’Orsola durante la presentazione del libro a Roma.
Nel 1993, quando ero un collaboratore del settimanale L’Europeo (Rizzoli), fui inviato a intervistare 
Master Choa Kok Sui, ideatore del Pranic Healing, una tecnica che consente la percezione energetica dell’aura vitale, dei chakra (vortici di energia) e di altri tipi di energie che risultano “invisibili” alla maggior parte delle persone. 

VISIONE CHIAROVEGGENTE SUL LIBRO DI SERGIO MAGALDI.

Intorno al libro “L’Amore consapevole” ho osservato un’aura di energia multicolore. Il principale colore è il giallo, cioè una tonalità che fa pensare al sole e alla comunicazione. Questo colore è associato a molti aspetti della vita e della personalità umana, ma in questo caso specifico direi che il giallo evidenzia la natura solare del libro di Sergio Magaldi, ossia la luce calda che trasmette il suo messaggio. Inoltre il giallo è anche uno dei due colori presenti nel chakra Ajna, quello che (tra l’altro) governa il cervello, la mente, i pensieri, la creatività.
Il secondo colore prevalente è il “giallo oro”, un colore associato allo spirito, al divino, alla verità (solo per citare alcuni aspetti, poiché in realtà questo colore meriterebbe un libro). Il terzo e quarto colore che ho osservato, con sfumature più ridotte, è il verde e il rosa: entrambi sono presenti (in sfumature diverse per ogni soggetto) nel chakra del Cuore (Anahata), che oltre a governare il cuore fisico ha collegamenti con la bontà, il coraggio e l’amore.





Va considerato, comunque, che l’osservazione energetica è circoscritta al giorno in cui l’ho effettuata, poiché come accade anche per i chakra, i colori e le dimensioni del campo aurico di qualsiasi oggetto o soggetto possono variare per varie cause che entrano in gioco.
Ma in generale posso dire che  “L’Amore consapevole” sembra aver rispecchiato perfettamente – dal punto di vista energetico – i contenuti che Sergio Magaldi ha profuso nell’atto di scrivere il suo libro. E cioè…
… Luce, il Cristo, Verità e Amore.


Articolo del  14 giugno 2018:




Recensione di Melissa Stolfi su SWITCHMAGAZINE  maggio 2018

“L’amore consapevole”: chi si nasconde dietro i messaggi di amore e di morte?


Una concezione alternativa dell’amore nel nuovo romanzo di Sergio Magaldi.
Sappiamo davvero tutto sull’amore? Conosciamo fino in fondo ciò che lega indissolubilmente uomo e donna? Probabilmente no. E la miriade di opere letterarie e artistiche, che nel corso dei secoli hanno provato a spiegarne cause e ragioni, ma anche semplicemente a descrivere le sensazioni che lo caratterizzano, dimostrano la forte attrazione che nutriamo verso tale sentimento.

Nel nuovo romanzo di Sergio Magaldi “L’amore consapevole”, il terzo dopo “Thipheret sentieri di armonia” e “La tinozza di rame”, ritroviamo un’inedita e mutata concezione dell’amore che non viene presentata al lettore attraverso il racconto di una “semplice” e “scontata” storia d’amore, ma assume i caratteri di un vero e proprio thriller capace di lasciare il lettore con il fiato sospeso e in balìa di domande alle quali non può evitare di cercare risposte. Un elemento che rappresenta il tratto distintivo dello stesso autore, filosofo e sociologo che nel corso degli anni ha pubblicato traduzioni e introduzioni a diverse opere di carattere filosofico e teologico, come il trattato alchemico-cabbalistico del XVII secolo “Aesh mezareph” e quello di  René de Cléré dal titolo “Necessità matematica dell’esistenza di Dio”. Anche nel suo terzo romanzo, Sergio Magaldi non smette di indagare le forze e le credenze che animano la nostra esistenza attraverso una vicenda appassionante e dinamica, offrendo “un’alternativa alla concezione dell’amore così come è stata intesa per secoli”.

Alla sua morte un collezionista italoamericano, vicino ai gruppi massonici e fervente cattolico, lascia in eredità alla casa editrice romana da lui fondata un manoscritto autentico e inedito custodito per oltre settant’anni. Il reperto contiene una serie di informazioni che potrebbero modificare la visione del mondo di alcuni fedeli, dal momento che esso raccoglie una serie di scritti posteriori della tradizione ebraica che riguardano la presenza di Dio nel mondo, lo Shekinah, e la concezione dell’amore tra l’uomo e la donna. Attraverso l’invio di misteriose mail, una sedicente Shekinah convince il direttore della casa editrice a servirsi del manoscritto per avviare un progetto editoriale costituito da una serie di romanzi dedicati al tema dell’amore consapevoleconcepito come un mutamento di prospettiva della relazione amorosa, capace di produrre una rivoluzione nei rapporti umani senza precedenti”, ma anche capace di dar vita a una vera e propria unione tra le concezioni occidentali e orientali dell’amore. Il direttore accoglie il suggerimento, mosso soprattutto dalla volontà di scoprire l’identità di chi continua a inviargli mail d’amore, ma la vicenda si complica quando egli si vede recapitare mail minacciose, firmate da quello che nella tradizione semitica è l’angelo della morte, lo Azrael, che gli intimano di non pubblicare il romanzo di Shekinah. Si tratta di massoneria, di un intrigo internazionale o solo di una donna innamorata?

Una avvincente lotta tra l’amore e la morte, tra la voglia di conoscere e la paura di sapere. Il romanzo di Sergio Magaldi offre al lettore un meraviglioso intreccio, fatto di colpi di scena e di misteri, che pone  al centro della riflessione domande scomode eribadisce l’importanza di un sentimento totalizzante capace di muovere “il sole e le altre stelle”.

Articolo di Melissa Stolfi,maggio 2018,su:









https://www.amazon.it/Lamore-consapevole-Sergio-Magaldi/dp/886934391X