SEGUE DA:
NOTE SULLA QABBALAH: parte I, la teurgia (clicca sul titolo per
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NOTE SULLA QABBALAH: parte II, antecedenti storici dello Zohar (clicca sul titolo per leggere)
NOTE SULLA QABBALAH: parte III, astrologia cabbalistica (clicca sul titolo per leggere)
NOTE SULLA QABBALAH: parte IV, l’uno e le porte della conoscenza (clicca sul titolo per leggere)
NOTE SULLA QABBALAH: parte V, l’uno e l’unificato (clicca sul titolo per leggere)
NOTE SULLA QABBALAH: parte VI, qabbalah e gnosticismo (clicca sul titolo per
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NOTE SULLA QABBALAH: parte VII, il giardino dell’Eden (clicca sul titolo per
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(clicca
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NOTE SULLA QABBALAH: parte IX, l’albero, le acque e il vino di Noè (clicca sul
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NOTE SULLA QABBALAH: parte X, le due acque e il vino di Noè (clicca sul titolo per
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NOTE SULLA QABBALAH: parte XI, il peccato di Adamo [clicca sul titolo per leggere]
NOTE SULLA QABBALAH: parte XII, il libro dello Zohar [clicca sul titolo per leggere]
NOTE SULLA QABBALAH: parte XIII, naturadell’Uno e delle Sephiroth [clicca sul titolo per leggere]
NOTE SULLA QABBALAH: parte XIV, creazione o esistenza “ab aeterno” del mondo? [clicca sul titolo per leggere]
Avvertenza: per leggere le lettere ebraiche occorre il font hebrew
Nell’evolversi degli studi di Qabbalah, le Sephiroth diventano sempre più veri e
propri recipienti di luce e ogni recipiente o vaso o Kli, che è anche
uno dei 72 nomi di Dio, permette le visioni dello spirito. Il valore numerico
di Kli è infatti 60: y l k [20+30+10], come h z j m [40+8+7+5] Machazeh, visione, e contiene la luce divina che si trasmette di Sephirah in Sephirah e in
ciascuno dei quattro mondi, secondo una digressione di velato sapore gnostico: Atzilut o mondo dell’emanazione
[dopo il restringimento operato con lo Tzimtzum],
che si identifica con lo stesso Emanatore attraverso l’archetipo dei Partzufim,
Briah o mondo della creazione
dal nulla [“yesh mi Ayn”], dove trova posto il Trono di Gloria [“kissè
ha-Cavod”], Yetzirah o mondo
della formazione di qualcosa da qualcosa di altro che già esiste [“yesh
mi-yesh”], popolato di angeli e dove è già presente il principio del male, Assiah o mondo del fare che
corrisponde al nostro universo e dove il male e il bene si mescolano tra di
loro e si bilanciano.
I cosiddetti quattro mondi si possono vedere
in analogia con le quattro lettere del Tetragramma, dove lo Yud rappresenta
il momento emanativo, la prima He quello creativo, la Waw quello
formativo e la seconda He l’atto terminale della manifestazione divina.
Altrimenti detto, la luce delle tre Sephiroth superne fu troppo intensa
per essere assorbita dalle Sephiroth
cosiddette emotive, determinando la rottura dei vasi [shevirah] e il
permanere in basso dei loro frammenti, che sono dunque la vera ragione della
presenza del male nel mondo. L’azione di tiqqun diventa così il compito
e il fine autentico di ogni essere umano: riportare in alto le scintille della
luce divina - quasi fossero gocce d’olio rimaste attaccate ai frammenti dei
vasi - determinando infine la riparazione, la redenzione e la restaurazione
dell’ordine cosmico stabilito originariamente da Dio.
[S E G U
E ]
sergio magaldi
Ludwig Wittgenstein dice: “Su ciò di cui non si è in grado di parlare, si deve tacere.”
RispondiEliminaSe fosse vero, dovremmo solo ragionare su quello che si sa e non ci sarebbe progresso.
Io conosco l'esoterismo attraverso i Tarocchi di O. Wirth. I Tarocchi sono un linguaggio fatto di simboli e quindi adatto a descrivere “ ciò di cui non si è in grado di parlare”.
La ragione elementarissima per cui “sembrano funzionare” è che ogni carta ha un significato e il suo contrario. La verità dunque c'è (basta scegliere la metà buona). Ma non basta: le carte entrano in interrelazione in migliaia di combinazioni diverse. Questo stimola l'immaginazione e – con un po' di buon senso – si traggono interessanti conclusioni.
I Tarocchi fanno capire cos'è la complessità. Le persone semplici ci trovano un oracolo, le persone colte pensieri filosofici.