lunedì 3 agosto 2020

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte XI (Giove padre di uomini e dei)




SEGUE DA (clicca sui titoli per leggere):

 

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte II(astrologia e mitologia)

GRANDI CONGIUNZIONIPLANETARIE E CORONAVIRUS, parte III (Plutone e il mito)

GRANDI CONGIUNZIONIPLANETARIE E CORONAVIRUS, parte IV (Plutone e i Misteri Eleusini)

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte V (i doni di Plutone)

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE ECORONAVIRUS, parte VI (Plutone e l’inconscio)

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE ECORONAVIRUS, parte VII (Saturno e il mito)

 GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE ECORONAVIRUS, parte VIII (Saturno: croce, mezzaluna e falce)

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE ECORONAVIRUS, parte IX (ambivalenza di Saturno)

GRANDI CONGIUNZIONI PLANETARIE E CORONAVIRUS, parte X (Giove e Saturno)


I significati di Giove

 La satira che caratterizza la figura di Giove nei “Saturnali” di Luciano di Samosata (vedi Grandi Congiunzioni Planetarie e Coronavirus, parte X, cliccando sul titolo) manifesta in realtà la mutata concezione del politeismo greco: un dio, un dio soltanto è detto ora “padre degli uomini e degli dei”, prefigurando in nuce l’avvento del monoteismo. Tant’è che Luciano di Samosata fa dire a un suo personaggio che il dio non ha fatto del mondo un regno di pace e di giustizia, ma che, al contrario, con la sua astuzia e la sua prepotenza ha contribuito a diffondere la malvagità tra gli esseri umani. Dunque, Zeus-Giove è agli occhi dello scrittore l’unico e  il solo responsabile di quanto accade nella realtà. Diversamente il monoteismo risolverà il problema che d’après Leibniz si dirà della teodicea: la presenza del male nel mondo non è imputabile alla giustizia divina ma al diavolo e al comportamento umano, oppure è soltanto un bene differito perché “Le strade del Signore sono infinite”.  

Zeus-Giove è innanzi tutto un dio del cielo, come lo era stato suo nonno Urano ma con un significato ben diverso, più vicino al Dio del cielo e della terra delle religioni monoteistiche. A differenza dell’avo, Giove non governa i cieli standosene appartato e rivelando una natura eccentrica e poco socievole (Urano), al contrario, egli fa in modo che cielo e terra si corrispondano e manifesta verso tutti coloro che credono in lui e gli offrono sacrifici la massima disponibilità e socievolezza (giovialità, appunto…). La lotta per la conquista del potere gli ha insegnato ciò che Saturno e Urano avevano ignorato: l’importanza degli altri e delle alleanze, senza nemmeno farsi troppi scrupoli, nella conquista e soprattutto nella gestione del potere.

Urano aveva relegato nelle caverne la prima generazione cosmica per timore di esserne spodestato e al tempo stesso per la ripugnanza che quelle forme, talora mostruose suscitavano in lui: sei Titani (Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto e Crono) e sei Titanidi (Tea, Rea, Temi. Teti, Febe e Mnemosine), i Ciclopi che avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e gli Ecantochiri o Centimani che avevano cento braccia e cinquanta teste dalle quali sputavano fuoco. Quando Crono-Saturno spodestò suo padre Urano, liberò i suoi fratelli Titani, ma lasciò in catene Ciclopi ed Ecantochiri: per l’eccessiva prudenza che gli era congeniale, Saturno non si fidava di loro. Nel muovere guerra contro Saturno, Giove liberò Ciclopi ed Ecantochiri, ottenendo in cambio non solo un’alleanza preziosa contro Saturno e i Titani ma i doni-simbolo del potere regale e celeste: folgore, fulmine e gestione del fuoco. Conquistato il potere, sempre su consiglio di Metis o Saggezza che fu la sua prima moglie (poi inghiottita per tenerla sempre con sé!), Zeus-Giove decise di dividerlo con i suoi fratelli Ades-Plutone e Poseidone-Nettuno. Il “padre degli uomini e degli dei” come Omero chiama Giove non fu solo un antesignano del monoteismo ma anche della democrazia, per tutto ciò che di buono rappresenta in sé ma anche per tutto ciò che nasconde di intrighi, manipolazioni, alleanze strumentali.

La progressiva universalizzazione di Zeus-Giove è ben visibile dal proliferare, accanto al culto generale del dio, di una miriade di culti locali a sottolineare gli attributi della divinità nonché specifiche protezioni che il dio era in grado di accordare quando lo si invocava e gli si offrivano sacrifici. Abbiamo così, tra l’altro, Zeus Nemeo, dalla città di Nemea in Argolide, dove con cadenza biennale si svolgevano i Giochi Panellenici; Zeus Olympios, relativo al dominio del dio su tutti gli altri dei; Zeus Panhellenios o signore di tutti i Greci; Zeus Xenios o custode delle leggi dell’ospitalità; Zeus Agoraios o Zeus che vigila sugli affari pubblici; Zeus Soter o Zeus salvatore di tutta l’umanità; Zeus Erceo o protettore della casa; Zeus Bulaios o protettore dello stato; Zeus Eleutherios o custode della libertà e così via… Un po’ quello che avviene con i santi del monoteismo cattolico, con la differenza che a quest’ultimi sono assegnati più che altro compiti di protezione dei fedeli (sino ai miracoli) piuttosto che attribuzioni di liberalità.

Zeus-Giove, tuttavia, non è ancora il Dio unico delle religioni del Libro, non solo perché non è esente da colpe e insieme agli altri dei è pienamente responsabile di quanto di negativo accade nel mondo, ma anche e soprattutto perché non è un dio creatore, benché lo si dica “padre di uomini e dei”, e non è onnipotente né onnisciente. Egli può molto, è vero, e sa molte più cose degli altri – dei ed esseri umani – ma potere e scienza non sono in lui assoluti. È buono, cordiale e talora caritatevole – come sarà con i fedeli e con i suoi tanti figli, ad eccezione di Ares Marte che proprio non sopporta per il carattere – ma non è “l’infinitamente buono”, e non è esente dai vizi e dalle passioni che appartengono al genere umano. All’occorrenza, per difendersi dai nemici, egli non esita dal ricorrere alla violenza (in questo ricordando più il Dio del Vecchio Testamento che il Cristo dei Vangeli, ancorché neppure Lui esente da scatti d’ira), come dimostrò nel reprimere la rivolta dei Giganti con l’aiuto di Eracle e nel folgorare il mostruoso Tifòne che lo aveva fatto prigioniero e dal quale riuscì a liberarsi grazie all’aiuto di Ermes e di Pan.

 [S E G U E]

 sergio magaldi

 

 

 

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