SEGUE DA:
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte I
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte II
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte III
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte V
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VI
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte VII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte VIII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte IX
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte X
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XI
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XII
ASTROLOGIA
E ASTRONOMIA Parte XIII
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA
Parte XIV
ASTROLOGIA E ASTRONOMIA Parte XV
Zeus-Giove è innanzi tutto un
dio del cielo, come lo era stato suo nonno Urano ma con un significato ben
diverso, più vicino al Dio del cielo e della terra delle religioni
monoteistiche.
Anche fisicamente, il suo
corpo celeste si rivela come il più importante dell’intero sistema solare
(quasi un secondo Sole!), il pianeta più maestoso, per i tanti satelliti di cui
si circonda, il più visibile a occhio nudo dalla Terra per via delle sue
dimensioni gigantesche che potrebbero contenere circa 1300 volte la stessa
Terra. Così, in analogia con il mito, il
pianeta si rivela di fatto come il più vicino a noi, nonostante la grande
distanza che lo separa dal mondo abitato da umani, animali, piante e minerali.
A differenza dell’avo Urano, Zeus-
Giove del mito non governa i cieli standosene appartato e rivelando una natura
eccentrica e poco socievole (Urano), al contrario, egli fa in modo che cielo e
terra si corrispondano e manifesta verso tutti coloro che credono in lui e gli
offrono sacrifici la massima disponibilità e socievolezza (giovialità,
appunto…). La lotta per la conquista del potere gli ha insegnato ciò che
Saturno e Urano avevano ignorato: l’importanza degli altri e delle alleanze,
senza nemmeno farsi troppi scrupoli, nella conquista e soprattutto nella
gestione del potere.
Urano aveva relegato nelle
caverne la prima generazione cosmica per timore di esserne
spodestato e al tempo stesso per la ripugnanza che quelle forme, talora
mostruose suscitavano in lui: sei Titani (Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto
e Crono) e sei Titanidi (Tea, Rea, Temi. Teti, Febe e Mnemosine), i Ciclopi che
avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e gli Ecantochiri o Centimani che
avevano cento braccia e cinquanta teste dalle quali sputavano fuoco. Quando
Crono-Saturno spodestò suo padre Urano, liberò i suoi fratelli Titani, ma
lasciò in catene Ciclopi ed Ecantochiri: per l’eccessiva prudenza che gli era
congeniale, Saturno non si fidava di loro. Nel muovere guerra contro Saturno,
Giove liberò Ciclopi ed Ecantochiri, ottenendo in cambio non solo un’alleanza
preziosa contro Saturno e i Titani ma i doni-simbolo del potere regale e
celeste: folgore, fulmine e gestione del fuoco. Conquistato il potere, sempre
su consiglio di Metis o Saggezza che fu la sua prima moglie
(poi inghiottita per tenerla sempre con sé!), Zeus-Giove decise di dividerlo
con i suoi fratelli Ades-Plutone e Poseidone-Nettuno. Il “padre degli uomini e
degli dei” come Omero chiama Giove non fu solo un antesignano del monoteismo ma
anche della democrazia, per tutto ciò che di buono rappresenta in sé ma anche
per tutto ciò che nasconde di intrighi, manipolazioni, alleanze strumentali.
La progressiva
universalizzazione di Zeus-Giove è ben visibile dal proliferare, accanto al
culto generale del dio, di una miriade di culti locali a sottolineare gli
attributi della divinità nonché specifiche protezioni che il dio era in grado
di accordare quando lo si invocava e gli si offrivano sacrifici. Abbiamo così,
tra l’altro, Zeus Nemeo, dalla città di Nemea in Argolide, dove con cadenza
biennale si svolgevano i Giochi Panellenici; Zeus Olympios, relativo al dominio
del dio su tutti gli altri dei; Zeus Panhellenios o signore di tutti i Greci;
Zeus Xenios o custode delle leggi dell’ospitalità; Zeus Agoraios o Zeus che
vigila sugli affari pubblici; Zeus Soter o Zeus salvatore di tutta l’umanità;
Zeus Erceo o protettore della casa; Zeus Bulaios o protettore dello stato; Zeus
Eleutherios o custode della libertà e così via… Un po’ quello che avviene con i
santi del monoteismo cattolico, con la differenza che a quest’ultimi sono
assegnati più che altro compiti di protezione dei fedeli (sino ai miracoli)
piuttosto che attribuzioni di liberalità.
Zeus-Giove, tuttavia, non è
ancora il Dio unico delle religioni del Libro, non solo perché non è esente da
colpe e insieme agli altri dei è pienamente responsabile di quanto di negativo
accade nel mondo, ma anche e soprattutto perché non è un dio creatore, benché
lo si dica “padre di uomini e dei”, e non è onnipotente né onnisciente. Egli
può molto, è vero, e sa molte più cose degli altri – dei ed esseri umani – ma
potere e scienza non sono in lui assoluti. È buono, cordiale e talora
caritatevole – come sarà con i fedeli e con i suoi tanti figli, ad eccezione di
Ares Marte che proprio non sopporta per il carattere – ma non è
“l’infinitamente buono”, e non è esente dai vizi e dalle passioni che
appartengono al genere umano. All’occorrenza, per difendersi dai nemici, egli
non esita dal ricorrere alla violenza (in questo ricordando più il Dio del
Vecchio Testamento che il Cristo dei Vangeli, ancorché neppure Lui esente da
scatti d’ira), come dimostrò nel reprimere la rivolta dei Giganti con l’aiuto
di Eracle e nel folgorare il mostruoso Tifòne che lo aveva fatto prigioniero e
dal quale riuscì a liberarsi grazie all’aiuto di Ermes e di Pan.
sergio
magaldi
S E G U
E